Salute

“Medicina, Sport e Prevenzione”: riflettori accesi alla Camera dei deputati sulla salute sportiva

Un tema centrale che diventa diritto, salute e prevenzione da garantire a tutti, non solo agli atleti

di Redazione -


di ANGELINA DE SANTIS – “Medicina, Sport e Prevenzione”: riflettori accesi alla Camera dei deputati sulla salute sportiva

Nella Sala Tatarella della Camera dei Deputati si è tenuto il convegno “Medicina, sport, prevenzione, urgenze ed emergenze in ambito sportivo”, un titolo lungo quanto le problematiche che affronta, ma finalmente al centro di un dibattito serio. L’evento, promosso dall’Onorevole Luciano Ciocchetti e organizzato da A&G Global Events, ha messo attorno allo stesso tavolo rappresentanti delle istituzioni, del mondo sanitario, dello sport e dell’istruzione, con l’intento di ribadire – una volta per tutte – che l’attività fisica non è tempo libero, ma un presidio sanitario.
A dirlo, con chiarezza, è stata Adriana Riccio, voce guida di A&G Global Events, che ha moderato gli interventi puntando il dito sulla mancanza di un riconoscimento politico e legislativo al valore preventivo dello sport.

Una battaglia culturale che ha trovato terreno fertile nei saluti iniziali di Luciano Ciocchetti, oggi impegnato anche nella costituzione del Tavolo tecnico “Ambiente e Salute” dell’Intergruppo parlamentare One Health. Il suo intervento ha ricalcato una visione sistemica, scientifica e urgente: “Uomo, ambiente e animali sono un tutt’uno – ha dichiarato – e solo intervenendo sugli stili di vita, sulle città e sulle produzioni potremo garantire un futuro sostenibile”.

Nel merito, Ciocchetti ha presentato due proposte di legge. La prima mira a rendere obbligatorie le autopsie nei casi di morte improvvisa, oggi effettuate solo nel 5% dei casi. La seconda intende inserire il corso BLSD come obbligatorio per tutte le forze dell’ordine.
Un segnale forte, perché prevenzione non significa retorica, ma strumenti, formazione e responsabilità.
A rincarare la dose, è intervenuto Giuseppe Capua, medico specializzato in Medicina Nucleare e Medicina dello Sport, presidente della Commissione Antidoping della Federazione Italiana Giuoco Calcio, nonché autore di numerose pubblicazioni in ambito ortopedico.

Capua ha parlato di un paradosso: “Lo sport è stato inserito in Costituzione, ma l’accesso gratuito all’attività fisica non è ancora garantito a tutti. E la visita medico sportiva, oggi riservata solo agli agonisti, lascia scoperta un’enorme fascia di cittadini”. Con un appello preoccupato, ha poi aggiunto: “In molte zone del Paese mancano proprio i medici dello sport. Siamo scoperti, e questo si paga in termini di salute pubblica.”

Dallo sport alla gestione dell’emergenza. Alessandra Puppin, medico di emergenza-urgenza, ha riportato il dibattito alla concretezza: “Sapere usare un defibrillatore o effettuare una manovra salvavita può fare la differenza in un campo sportivo. Bisogna partire dalle scuole e spiegare che un corso di quattro ore può valere più di un’interrogazione”.
Marco Cicconetti, specialista in Medicina dello Sport, ha affrontato invece un tema spesso ignorato: le patologie croniche negli atleti. “Se non c’è un passaggio consapevole tra medico di base e specialista dello sport, si perde tempo prezioso. E lo sportivo, frustrato dal dolore, abbandona. Con conseguenze devastanti su corpo e mente.”

A chiudere il cerchio, Barbara Ancillai – fondatrice di A&G Global Events insieme a Silvia Leopardi e Giordano Sforza – ha tracciato l’orizzonte futuro di questo percorso: “Abbiamo voluto costruire una piattaforma solida di alta formazione specialistica, coinvolgendo professionalità eccellenti. L’obiettivo non è solo formare, ma creare un ecosistema capace di rispondere davvero alle esigenze di un settore che cresce, evolve, e ha bisogno di figure pronte”.

Un riconoscimento non da poco è arrivato dalla presenza in sala di Carlo Tranquilli, medico dello sport e direttore scientifico del Comitato Regionale Lazio del CONI. Una presenza discreta ma eloquente, che ha confermato – anche senza interventi – che questa volta non si è parlato del solito sport da salotto. Ma di quello che, se preso sul serio, salva vite.


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