Mediterraneo, ogni anno lo sversamento di 600mila tonnellate di idrocarburi
Duecento imbarcazioni commerciali solcano il Mediterraneo, con un picco di 300 navi cisterna al giorno che trasportano oltre 350 milioni di tonnellate di petrolio
Oggi è la Giornata Internazionale del Mediterraneo: nell’occasione Confcooperative Fedagripesca torna a denunciare le crescenti pressioni ambientali sul bacino, sottolineando la necessità di interventi mirati.
Nel Mediterraneo sversamenti illegali di idrocarburi
Secondo l’associazione, il Mare Nostrum registra ogni anno uno sversamento di circa 600mila tonnellate di idrocarburi, a cui si aggiungono gli effetti di 27 incidenti gravi negli ultimi trent’anni (con 272mila tonnellate di petrolio disperse) e le fuoriuscite volontarie legate alle attività operative delle navi.
Nell’area un traffico marittimo senza pari
Il traffico marittimo rappresenta una sfida significativa: 200mila imbarcazioni commerciali solcano il Mediterraneo, con un picco di 300 navi cisterna al giorno che trasportano oltre 350 milioni di tonnellate di petrolio annue (pari al 25% del traffico globale). I dati Ue (Fleet Eurostat) mostrano che, in questo contesto, le unità da pesca di grandi dimensioni costituiscono meno del 3% del traffico commerciale totale. Uno scenario, quindi, nel quale la pesca è l’attività più insidiata.
Un patto per il mare
Per affrontare la situazione, Fedagripesca avanza proposte concrete, un patto per il mare per far coesistere sicurezza navale, ambiente e pesca: potenziare i controlli sulle navi cisterna, implementare tecnologie satellitari di monitoraggio (CleanSeaNet, il servizio satellitare europeo di monitoraggio degli sversamenti di idrocarburi e rilevamento delle navi, nel 2024 ha già fornito oltre 3mila immagini satellitari all’anno per supportare le autorità nazionali nella prevenzione e risposta agli sversamenti illegali e agli incidenti accidentali, ndr), investire in corridoi navali sostenibili e valorizzare il ruolo della piccola pesca costiera.
“Il Mediterraneo unisce un patrimonio di biodiversità unico a rotte commerciali vitali. È fondamentale sviluppare politiche integrate che garantiscano sicurezza, sviluppo economico e protezione dell’ecosistema, coinvolgendo tutti gli attori della Blue Economy – dice Paolo Tiozzo, vicepresidente di Confcooperative Fedagripesca-. I pescatori sono in prima linea nella salvaguardia del mare, consci che la difesa della risorsa ittica è essenziale per il loro futuro. Chiediamo a tutte le realtà operanti nel bacino di impegnarsi in questa direzione comune”.
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