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Meloni a Belgrado: Saremo Europa solo integrando i Balcani occidentali. In Serbia Stellantis produrrà la Panda elettrica

di Angelo Vitale -


Italia-Serbia, una visita a Belgrado programmata da tempo da Giorgia Meloni. La presidente del Consiglio punta a fare di più di quanto fatto finora – l’interscambio commerciale tra Italia e Serbia al momento è di 4,6 miliardi di euro – e lo ribadisce dopo aver incontrato il presidente Aleksandar Vučić: “C’è già molta Italia in Serbia, molte aziende italiane che qui investono, che contribuiscono a un’occupazione che coinvolge circa 50mila lavoratori, ma si può fare di più. Credo che Belgrado sia la prima città al mondo nella quale hanno aperto degli uffici aziende italiane sia di estrema importanza e racconti dell’attenzione che c’è da parte del mondo imprenditoriale italiano a investire in questa nazione anche sulla base del lavoro che il governo serbo ha portato avanti. I risultati economici raggiunti negli ultimi anni sono oggettivamente straordinari e richiamano l’interesse delle aziende italiane, del sistema istituzionale italiano, delle regioni italiane che in Italia rappresentano una locomotiva a continuare a rafforzare questo nostro rapporto”.

Nei colloqui – Vučić definisce Meloni arrivata nella capitale rientrando dalla Cop28 di Dubai “leader di livello europeo e anche mondiale, di talento e apertura enorme” – affrontati i temi della transizione energetica, dell’innovazione, dell’intelligenza artificiale: “Ci sono molte questioni sulle quali oggi Italia e Serbia possono lavorare ancora di più, ancora meglio insieme e sono estremamente contenta che si abbia l’opportunità, tra leader che si capiscono facilmente, di rafforzare queste opportunità di investimento, di rafforzare reciprocamente le nostre economie”.

Punto centrale dell’incontro, l’adesione della Serbia alla Ue: un processo avviato nel 2009 con la richiesta e ancora in corso, la Serbia non riconosce la sovranità del Kosovo, questione ritenuta fondamentale a Bruxelles. Per la premier, un ragionamento che deve includere tutta l’area: “Siamo stati e continueremo a essere tra i principali sostenitori del processo di allargamento nel dibattito europeo, io l’ho sempre definita riunificazione dell’Europa. Io penso che l’Europa non sia un club nel quale qualcuno decide chi sia europeo e chi non sia europeo, è stata la storia e la geografia a decidere chi è europeo. E credo che quello che le istituzioni europee debbano fare è un processo serio, il più possibile veloce per garantire questa riunificazione, particolarmente nel contesto internazionale molto complesso nel quale noi ci muoviamo. L’Europa non potrà dirsi davvero unita fin quando i Balcani occidentali non avranno fatto ingresso nella famiglia europea, intesa come istituzione”. Precisando: “La Serbia sa che ha tutto il nostro appoggio, a partire dal prossimo Consiglio europeo, importante per velocizzare l’accesso graduale al mercato unico”.

Integrazione dell’area in Europa come obiettivo fondamentale “ne va della sicurezza e della crescita”: Meloni e Vučić all’unisono “per il contrasto all’immigrazione irregolare sulle rotte balcaniche” avendo a mente che sia necessario spostare “le nostre energie sulla dimensione esterna del problema per affrontarlo prima che arrivi in Europa. La dimensione esterna è l’elemento per noi centrale nel contrasto ai flussi illegali, è l’unico modo anche per risolvere l’annosa questione dei movimenti secondari”. Quello di migranti, rifugiati e richiedenti asilo che si spostano dal Paese di arrivo iniziale per cercare protezione o reinsediamento permanente altrove, un tema che l’Italia affronta nelle relazioni con gli altri Stati membri Ue.

Colloqui terminati con la preoccupazione comune circa il conflitto in Ucraina e quello in Medio Oriente e l’auspicio che in particolare quest’ultimo non si estenda. E con un annuncio di Vučić : “Stellantis inizierà la produzione della Panda elettrica qui da noi, a Kragujevac, potrebbe essere il motore di futuri investimenti nell’automotive”.


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