Economia

Meloni benedice l’intesa sui dazi: “La base è sostenibile”

La premier ora chiama Bruxelles: "Sediamoci per continuare a lavorare"

di Giovanni Vasso -


Giorgia Meloni benedice l’intesa sui dazi trovata in Scozia tra Usa e Stati Uniti. Per la premier, tutto sommato, il peso delle tariffe non sarà eccessivo e annuncia la volontà di sostenere i settori che saranno maggiormente colpiti dall’imposizione delle gabelle doganali. Da Abbis Abeba, in Etiopia, dove Meloni si trova per il vertice Onu sui sistemi alimentari, Meloni ha fatto il punto sulla vicenda dazi e ha ribadito la posizione sul tema del governo italiano.

Meloni, i dazi e la sostenibilità

Per Giorgia Meloni la situazione va affrontata con pragmatismo: “La base di dazi al 15%, se ricomprende i dazi precedenti, che di media erano intorno al 5% – 4,8% – differentemente da quello che prevedeva il possibile accordo al 10% che sommava i dazi precedenti, secondo me è una base sostenibile. Dopodiché bisogna andare nei dettagli”. E ancora: “C’erano dei settori che erano particolarmente sensibili, come la farmaceutica e le auto, e mi pare siano all’interno del 15%. Bisogna verificare quali siano le possibili esenzioni, in particolare su alcuni prodotti agricoli, quindi ci sono una serie di elementi che mancano. Così come io non so esattamente a cosa ci si riferisca quando si parla di investimenti, acquisto di gas e compagnia. Questo non sono in grado di valutarlo finché non ho i dati chiari”.

I rapporti con l’Ue

Meloni ha spiegato, a proposito dei dazi, di non aver ancora sentito Ursula von der Leyen. Il governo italiano attende novità da Bruxelles, di essere messo a parte, come tutti gli altri esecutivi dei Paesi membri, sull’entità dell’accordo scozzese. Intanto, la premier spiega: “L’Italia e l’Europa adesso devono sedersi, devono valutare, lavorare per definire tutti i dettagli, continuare a lavorare per ottenere un accordo che sia il migliore possibile, poi sedersi e interrogarsi su come si faccia a sostenere eventuali settori che dovrebbero essere particolarmente colpiti, questo a livello nazionale. Credo che anche il livello europeo sia importante, non tanto e non solo in termini di aiuti verso quei settori che possono avere maggiori difficoltà, ma anche rispetto a quello che noi possiamo fare per noi stessi: il tema delle semplificazioni, del mercato unico”.


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