Politica

“Meloni come Totò” Cgil in piazza contro la Manovra 

di Eleonora Ciaffoloni -

MAURIZIO LANDINI CGIL


“C’è un detto popolare che dice piove governo ladro, voglio dire che è una settimana che non ha mai piovuto così tanto, e non è previsto un miglioramento”, così, il leader della Cgil Maurizio Landini dal palco del presidio di Roma ha voluto esprimere il proprio dissenso sulla prossima Legge di Bilancio “sbagliata” ma passata a Bruxelles perché “Meloni e Giorgetti, che hanno sempre criticato l’Europa, hanno fatto una manovra che è più austerity di quello che chiede l’Europa”. Scelte che hanno portato alla protesta di piazza: “Stiamo scioperando in coerenza con quello che abbiamo fatto anche un anno fa contro il governo Draghi, stiamo contestando una manovra sbagliata perché non affronta i problemi di questo Paese” ha sottolineato Landini. “La gente non arriva alla fine del mese, i salari sono tra i più bassi d’Europa, i livelli di precarietà sono altissimi, i giovani sono costretti ad andarsene dal nostro Paese, c’è un’evasione fiscale che è la più alta d’Europa e questa manovra queste cose non le fa”. Misure inadeguate di un governo che non si apre alle richieste: “a oggi questo governo non ha discusso con le sigle sindacali” ha accusato Landini, ricordando anche la “finta convocazione” del governo “quando c’era già stata la riunione di maggioranza” e la legge di Bilancio era già stata messa a punto in ogni suo dettaglio”. Landini attacca anche le misure che “fanno cassa” sulla perequazione delle pensioni, sui tagli del reddito di cittadinanza e sul “finto taglio” del cuneo fiscale che “era quello del governo Draghi, ci vogliono vendere i due punti come Totò vendeva la Fontana di Trevi”. Una protesta che, a onore del vero, va avanti dall’esecutivo dell’ex Bce, ma che sembra acutizzarsi con l’ascesa di Meloni. La conferma arriva dalla piazza: “Non c’è continuità, ma un peggioramento, questo governo è contro il mondo del lavoro” e “non combatte la precarietà”. Possiamo senza indugi affermare che non stia scorrendo buon sangue tra la maggioranza e i rappresentanti dei lavoratori. Se da un lato si lamentano richieste inascoltate e fasulle riunioni di accordo, dall’altra arrivano critiche sistematiche, ma non sulle misure e sulle modifiche richieste, bensì sulla protesta. Il vicepremier Matteo Salvini aveva definito lo sciopero “immotivato” e “ideologico”, fatto “contro il governo” a discapito di “milioni di lavoratrici e lavoratori” lasciati a piedi dallo stop forzato. “Col dialogo si affrontano e risolvono i problemi, con lo scontro ideologico no” ha ribadito il ministro Salvini. Non d’accordo il segretario Cgil, che non solo dice di aver avuto un “ritorno positivo” dalla protesta “nonostante le condizioni meteo complicate”, ma lancia una stoccata a Salvini “che non sciopera perché non avendo mai lavorato non ha mai avuto il problema di farlo”. Una querelle che si discosta dal problema reale, che riguarda i lavoratori e i cittadini che sono alle prese con caro vita e inflazione galoppante. Landini lo sa, ma se da una parte dà una botta al cerchio, riprendendo i temi cruciali della protesta, dall’altro non perde l’occasione per colpire la botte e lanciare frecciatine all’esecutivo. “Se si vuole riformare questo Paese davvero bisogna farlo con il mondo del lavoro e non contro il mondo del lavoro” e rilancia poco dopo: “Ha smesso di piovere, vuol dire che abbiamo ragione”. A conclusione della settimana di scioperi, il leader Cgil chiude il sipario con un messaggio che sa di maledizione: “È vero questo Governo ha avuto la maggioranza dei voti e potrà anche durare cinque anni ma in queste elezioni ha ottenuto 12 milioni di voti ma in 15 hanno votato altri partiti e 18 si sono astenuti. E questo per dire che l’idea che da solo questo governo sia in grado di rappresentare questo paese, non è vera”.

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