Politica

Meloni contro gli Agnelli: “Tornate a produrre in Italia”

di Claudia Mari -


Durante il Question Time di oggi pomeriggio (ancora in corso) alla Camera – con la partecipazione anche di Elly Schlein e Giuseppe Conte – la premier Giorgia Meloni è tornata sul caso Stellantis-Magneti Marelli, rispondendo in Aula all’interrogativo fatto emergere dal gruppo di Azione.

La premier ha confermato che il suo governo “difenderà gli interessi nazionali”, e “instaurerà chiaramente un rapporto che sia equilibrato con Stellantis” per “difendere la produzione in Italia, i livelli occupazionali e tutto l’indotto dell’automotive”.

Inoltre Meloni ha proseguito: “Vogliamo tornare a produrre in Italia almeno un milione di veicoli l’anno” ma “se si vuole vendere un’auto sul mercato mondiale pubblicizzandola come gioiello italiano, allora quell’auto deve essere prodotta in Italia: questa è un’altra questione che noi intendiamo porre, queste sono le regole con l’attuale governo e valgono per tutti”.

Il messaggio è chiaro: i marchi italiani devono tornare a produrre in Italia per difendere gli interessi italiani. “Il Gruppo automobilistico Fiat e i marchi italiani collegati – ha detto ancora Meloni – rappresentano una parte importante della storia industriale nazionale. È un patrimonio che merita la massima attenzione e penso che questo significhi anche avere il coraggio di criticare alcune scelte che sono state fatte dalla proprietà e dal management del Gruppo quando sono state distanti dagli interessi italiani, come a volte mi è capitato di fare, spesso nell’indifferenza generale”.

E la presidente ne fa alcuni esempi: “Penso allo spostamento della sede fiscale e legale fuori dai confini nazionali – ha spiegato la premier Meloni – penso all’operazione di presunta fusione tra Fca e il gruppo francese Psa che celava in realtà un’acquisizione francese dello storico Gruppo italiano, tanto che oggi nel Cda di Stellantis siede un rappresentante del Governo francese e non è un caso se le scelte industriali del Gruppo tengano in considerazione molto più le istanze francesi rispetto a quelle italiane”.


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