Politica

Meloni incontra Erdogan, prove di intesa strategica: “Collaborazione solida su economia e sicurezza”

di Eleonora Ciaffoloni -


Intesa, solidità, partenariato, collaborazione: sono solo alcune, ma fondamentali, delle parole che vanno a riassumere l’incontro tra Giorgia Meloni e Recep Tayyip Erdogan. Nel clima primaverile di Villa Doria Pamphilj, il presidente turco e la premier si sono rincontrati per la quinta volta da quando la leader di Fratelli d’Italia siede a Palazzo Chigi. L’occasione, ieri, è stata quella del quarto vertice intergovernativo Italia-Turchia, dopo l’edizione precedente tenutasi ad Ankara nel luglio del 2022. Un anno in cui Italia e Turchia, ma anche tutte le potenze europee, si trovavano alle prese con i primi capitoli della guerra in Ucraina e con una situazione in Medioriente decisamente meno calda di oggi. A tre anni di distanza, difatti, i due dossier più scottanti sul tavolo di Roma sono stati proprio quelli legati ai conflitti in corso, ma con un clima decisamente più disteso. “L’approccio coraggioso e determinato della presidente Meloni su molte tematiche ha avuto un ruolo importante in questa coesione” ha detto il presidente turco. E difatti, al centro del vertice oltre ai temi “mondiali”, c’è stato il “rafforzamento della collaborazione tra Paesi”, in particolare riguardo il settore economico e commerciale: Italia e Turchia hanno celebrato con soddisfazione il raggiungimento, con cinque anni di anticipo, dell’obiettivo di 30 miliardi di dollari di interscambio commerciale. Un traguardo che testimonia la solidità e la crescita costante dei rapporti economici tra Roma e Ankara. Alla luce di questo successo, è stato fissato un nuovo obiettivo: raggiungere i 40 miliardi di dollari nel medio termine. In questo contesto, l’Italia si conferma come il primo partner commerciale della Turchia nell’area mediterranea e il secondo a livello europeo. Ampio spazio è stato dedicato anche alla gestione dei flussi migratori, tema sensibile per entrambi i Paesi. Meloni ha voluto esprimere un ringraziamento particolare al presidente Erdoğan per la “collaborazione concreta” riaffermando la volontà di proseguire e intensificare gli sforzi comuni per affrontare una delle sfide più urgenti per l’Europa e per il Mediterraneo. Un altro aspetto cruciale della cooperazione riguarda il settore della difesa – in cui si inserisce la sinergia tra l’azienda italiana Leonardo e la turca Baykar, in particolare per la produzione di droni – e quello della sicurezza. Sicurezza nazionale, europea e regionale: dal Medioriente, alla Siria per cui è stata ribadita la necessità di preservare l’integrità territoriale, fino all’Ucaina. Crisi per cui la premier italiana ha espresso apprezzamento per il ruolo di mediazione svolto dalla Turchia, in particolare per l’iniziativa diplomatica legata al corridoio del grano nel Mar Nero, ritenuta fondamentale per la sicurezza alimentare globale. In questo momento storico particolarmente delicato e complesso a livello geopolitico, l’incontro assume una rilevanza strategica di prim’ordine. Nonostante le numerose sfide e criticità che la Turchia sta affrontando sul piano della politica interna – tensioni sociali, pressioni economiche e instabilità istituzionale – il Paese continua a mantenere un rapporto solido e costante con le potenze dell’Alleanza Atlantica. Il presidente Erdogan non ha mai abbandonato del tutto l’obiettivo di portare avanti il percorso di adesione della Turchia all’Unione Europea, sebbene tale processo resti complesso e pieno di ostacoli sia politici che culturali. In quest’ottica si inserisce anche la partecipazione della Turchia al prossimo vertice della NATO, previsto per il mese di giugno a L’Aja, anche alla presenza del presidente statunitense Donald Trump. Nell’Alleanza Atlantica la Turchia rappresenta una potenza militare di primo piano. Dopo gli Stati Uniti, infatti, è il secondo Paese della NATO per capacità militare e risorse armate. Inoltre, fin dai tempi della Guerra Fredda, Ankara ha svolto un ruolo chiave nello scacchiere mediorientale, fungendo da baluardo strategico tra l’Europa e le aree più instabili del Medio Oriente. Questo ruolo centrale, combinato alla sua posizione geografica e al peso militare, rende la Turchia un attore imprescindibile negli equilibri di sicurezza euro-atlantici e nelle dinamiche regionali che coinvolgono l’intero Mediterraneo allargato.


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