Politica

Meloni vola nei sondaggi ma è caccia ai voti pop

Gli insulti, le strumentalizzazioni sull’omicidio dell’ambulante nigeriano e il disco rotto sulla leader post fascista non fanno che alimentare la crescita nei sondaggi di Giorgia Meloni. L’ultima rilevazione accredita la leader di Fratelli d’Italia del 24% dei consensi, un punto in più rispetto al precedente monitoraggio. Intanto nel centrodestra è partita la corsa ai nomi pop: Sgarbi propone Palamara, Alemanno, il prefetto Mori e il cantante Morgan. Ed è frizione Lega-Fdi sulla lista dei ministri.

di Edoardo Sirignano -

©imagoeconomica


Da Sgarbi a Mori, da Palamara e Alemanno al cantante Morgan: è caccia ai nomi pop, ma è gelo tra Lega e Fratelli d’Italia sull’annuncio anticipato della lista dei ministri.

Giorgia Meloni vola nei sondaggi. Fratelli d’Italia, secondo l’ultimarilevazione realizzata da Quorum/YouTrend per Sky Tg24, è al 24 per cento. Gli insulti della sinistra, le accuse di razzismo degli ultimi giorni e le polemiche strumentali in merito all’omicidio di un cittadino africano, che nulla hanno a che vedere con la politica, nei fatti consolidano il primato della leader romana. L’opinione pubblica boccia la linea accusatoria della sinistra e lo stesso Partito Democratico rischia di perdere ulteriore terreno nei confronti della forza sovranista.

Adesso, l’unico ostacolo da superare per la coalizione conservatrice resta quello sui programmi. Matteo Salvini, ad esempio, non intende rinunciare all’autonomia differenziata, caposaldo della politica del Carroccio. I segnali, in tal senso, però sembrano essere positivi. Nell’ultimo incontro, a cui hanno partecipato per Fdi il senatore Giovanbattista Fazzolari e l’europarlamentare Raffaele Fitto, per la Lega il responsabile dei Dipartimenti Armando Siri e il capogruppo al Senato Massimiliano Romeo, per Forza Italia il responsabile dei dipartimenti Alessandro Cattaneo e il vicepresidente della Camera Andrea Mandelli, nonché alcuni rappresentanti dell’universo centrista, il clima è apparso sereno. Restano, comunque, alcuni nodi da chiarire, come il presidenzialismo voluto dalla Meloni. Ecco perchè la coalizione è chiamata ad essere vigile e non farsi prendere dalla fretta di chiudere la proposta da presentare agli italiani in una campagna dove gli elettori chiedono chiarezza.

Diverso, invece, è il discorso relativo ai ministri. Non passano inosservate le parole del numero uno della Lega, che intervistato da Radio 1, su una sua possibile riconferma al Viminale, ha dichiarato: “Mi vedo, dove mi vedono gli italiani”. Dietro le quinte, però, sarebbe lo stesso Carroccio a spingere affinché venga fuori prima delle elezioni la lista dei papabili ai principali dicasteri. L’idea, però, non piace a Fratelli d’Italia, che intende giocare la partita solo dopo il responso delle urne. Un boom di Fdi, infatti, consentirebbe alla Meloni di chiedere le caselle più importanti. A ribadire tale posizione è il vicepresidente della Camera dei Deputati Fabio Rampelli: “Ne parleremo solo quando alzeremo la coppa. Vengo dal mondo dello sport. Chi dichiarava vittoria prima di partire è uno spaccone ”.

Decisiva, quindi, la posizione di Forza Italia, che tramite Antonio Tajani, si è dichiarata disponibile a svelare nomi in anticipo, purché siano d’accordo tutti. Allo stesso tempo, però, Silvio Berlusconi già sarebbe al lavoro con i suoi fedelissimi per individuare una short-list di personalità da presentare sul tavolo degli alleati.

La spartizione dei dicasteri, però, dovrà tener conto di tutte le forze in campo, anche quelle meno numerose come i diversi cespugli centristi, dall’Udc di Cesa, passando per gli imprenditori di Brugnaro fino a Toti. In tal senso, chi ha iniziato la caccia alle cosiddette candidature pop è Vittorio Sgarbi. Il leader di Rinascimento Italia insieme ai gruppi vicini a Maurizio Lupi ha chiesto non solo garanzie rispetto a una sua possibile candidatura in uno dei collegi uninominali, ma ha lanciato una serie di nomi di sicuro impatto mediatico che potrebbero essere determinanti nel corso della campagna elettorale.
Nella lista ci sono l’ex togato Luca Palamara, il quale da tempo è in giro per l’Italia con il movimento Oltre il Sistema, il generare Mario Mori, noto per la Trattativa, il cantante Morgan e l’ex primo cittadino di Roma Gianni Alemanno. Quest’ultimo, però, è il primo a fare un passo indietro: “Nonostante quello che pubblicano alcuni giornali, non ho intenzione di candidarmi nel centrodestra”. L’ex fascia tricolore, pur ringraziando chi è stato così gentile da prendere in considerazione il suo nome, ha chiarito, sin da subito, come non ha intenzione di metterci la faccia nella partita.
Il pericolo, pertanto, è bruciare prima del tempo personalità che potrebbero essere utili qualora il centrodestra vincesse le elezioni, nonché alimentare malumori inutili e pericolosi con l’avvicinarsi delle urne.


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