Meredith Kercher: diciotto anni dopo, spunta un nuovo nome
Le ultime notizie
Diciotto anni dopo l’omicidio di Meredith Kercher, il mistero di Perugia torna a galla con il peso non indifferente di un rimorso o di dichiarazioni omesse. Giuliano Mignini, l’ex sostituto procuratore che guidò le indagini, ha dichiarato a La Stampa di aver ricevuto nuove informazioni su un individuo “mai preso in considerazione prima d’ora”, che sarebbe fuggito all’estero pochi giorni dopo il delitto. “Se avessi avuto questi elementi allora”, ha detto Mignini, “le indagini avrebbero preso un’altra direzione”. Parole che suonano tanto come una confessione o forse, come un atto d’accusa verso un sistema investigativo che da subito si è perso nel solito labirinto di ipotesi, errori e spettacolarizzazione dell’omicidio.
Una tragedia trasformata in fiction giudiziaria
Era il 1° novembre 2007 quando Meredith Kercher, studentessa inglese di 21 anni, venne trovata senza vita nella casa che condivideva con altre coinquiline, tra cui l’allora ventenne Amanda Knox. Da quel momento, la cronaca si trasformò in una serie televisiva fatta di colpi di scena, accuse, smentite e ribaltamenti di sentenze. Amanda Knox e il suo fidanzato Raffaele Sollecito finirono al centro di una gogna mediatica, prima ancora che nel contesto giudiziario. Le prime pagine dei giornali di mezzo mondo li descrivevano come i “protagonisti di un dramma erotico e sanguinoso”, mentre la giustizia italiana arrancava tra piste contraddittorie e prove discutibili.
Nel 2009 arrivò la condanna in primo grado
Poi le assoluzioni, le riaperture, fino alla definitiva sentenza della Cassazione del 2015: Knox e Sollecito innocenti, colpevole solo Rudy Guede, condannato a 16 anni per concorso in omicidio. Ma la verità, si sa, è un concetto dannatamente fragile – e a quanto pare opinabile – soprattutto quando la politica, la stampa e l’opinione pubblica pretendono certezze che le prove catalogate non riescono a dare.
Le parole di Mignini
Le dichiarazioni di Mignini, riportate in queste ore, aprono un dibattito che si perde tra i molteplici casi riaperti. Un “nuovo individuo”, un nome mai emerso, che sarebbe addirittura fuggito all’estero. Difficile non interpretarlo come un senso di autocritica, o almeno il riconoscimento implicito che qualcosa, nelle indagini, non funzionò (neanche in questo caso di cronaca nera). Dopo anni di processi, perizie e accuse incrociate, sentir parlare di “un’altra direzione” fa crollare la fiducia nelle indagini e nella legge. Perché tutto questo significa ammettere che la macchina giudiziaria – quella che dovrebbe servire al raggiungimento della verità – ha forse condannato l’innocenza alla gogna mentre il colpevole, o uno dei colpevoli, scappava indisturbato.
Perugia e il sospettato
Il caso è diventato il simbolo di una giustizia che ha smarrito il senso della misura. Troppo spesso si trasforma il dolore in spettacolo: ogni dettaglio privato di Amanda Knox, ogni sorriso, ogni gesto, divenne indizio. E la città di Perugia, con il suo silenzio sospeso tra le colline umbre, rimase per anni sinonimo di mistero e perplessità su quanto avvenuto. In un’Italia che si divideva tra innocentisti e colpevolisti, la verità venne triturata da talk show, documentari e processi paralleli. Nel frattempo, la famiglia Kercher chiedeva solo una cosa: giustizia per la propria figlia, non spettacolo.
La verità omessa (?)
Le parole di Mignini arrivano dal nulla. Non servono a riaprire il caso – almeno non ancora – ma ricordano quanto fragile sia l’equilibrio tra indagine e ossessione, tra giustizia e show. Se davvero esiste un nome mai emerso, una pista ignorata, allora la domanda diventa inevitabile: chi ha tradito Meredith Kercher? La giustizia, l’inchiesta o la sete di trovare un colpevole ad ogni costo? Oggi, a diciotto anni di distanza, restano i fantasmi della notte dell’omicidio e il dubbio che il vero colpevole – o parte della verità – sia sfuggito nel processo mediatico senza precedenti.
E in fondo, l’unico silenzio che meriterebbe rispetto è quello di Meredith, che non ha mai potuto raccontare la sua storia.
Torna alle notizie in home