L’Ue preme sul Mes: i dubbi di Giorgetti, Salvini spara a zero
Puntuale come un orologio torna la polemica sul Mes: l’Italia non l’ha ancora ratificato, Giorgetti non ha la minima intenzione di farlo, anche in ossequio a una pronuncia del Parlamento italiano che l’ha bocciata, ma l’Ue torna a spingere e a far pressioni. Il commissario Ue agli affari economici, Valdis Dombroviskis, lo ha detto a chiare lettere in conferenza stampa dopo l’Eurogruppo: “È importante finalizzare la ratifica del Trattato rivisto in particolare per la funzione di backstop”. Prima di lui lo aveva dichiarato il direttore esecutivo del Mes, Pierre Gramegna, che aveva spiegato: “Dobbiamo tutti cercare di lavorare al fianco di Giorgetti pur capendo le difficoltà ma i rischi sono reali”. Giorgetti, difatti, aveva ammesso il suo scetticismo durante la seduta dell’Eurogruppo di ieri affermando di “non essere ottimista” sul via libera richiesto dalle istituzioni Ue al parlamento italiano sul Meccanismo. Difficoltà che, però, vanno superate per Gramegna: “Nel Mes abbiamo stanziato 68 miliardi di euro per il backstop, per la rete di sicurezza aggiuntiva quindi questi 68 miliardi non potrebbero essere mobilitati se l’Italia non ratificasse ora”. E ancora: “C’è il rischio che il fondo non possa essere alimentato dal Mes e quindi il Mes non potrà svolgere un ruolo attivo in caso crisi bancarie e a questo possono aggiungersi anche altri rischi”. Il presidente Pascal Donohoe ha tentato di fare il punto della situazione ma l’Srb, il Single Resolution Board, ha ingiunto all’Italia di adeguarsi, magari entro giugno: “Tutti i Paesi dell’area euro dovrebbero ratificare con urgenza la revisione del trattato Mes per istituire il sostegno comune del Meccanismo europeo di stabilità ( Mes) al Fondo di risoluzione unico (Srf). Avere fonti di finanziamento adeguate in caso di crisi è più importante che mai in questi tempi volatili”. E ancora: “Questo sostegno dovrebbe infine essere integrato da un sostegno di liquidità pubblica, per far fronte alle potenziali esigenze delle maggiori banche dell’Unione bancaria”.
Sulla vicenda è intervenuto questa mattina il vicepremier Matteo Salvini che ha ribadito il suo profondo dissenso rispetto alle richieste giunte dall’Eurogruppo: “Mes? No! Il Parlamento, grazie anche alla posizione ferma della Lega che ha sempre combattuto il Mes sin dai tempi di Monti, ha già respinto il tentativo dell’UE di metterci questo cappio al collo. Dalla trasformazione in salva banche” non avremmo nessun vantaggio perché le nostre banche godono di ottima salute. Visto che si insiste a proporre questa modifica che la Lega non ratificherà mai, rispondiamo proponendo di liquidare la quota italiana per riprenderci i nostri quindici miliardi con cui potremmo abbassare le tasse, fare investimenti e aumentare le pensioni, lasciando liberi gli altri di fare quello che vogliono”.
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