Mes, Meloni chiude e domani inizia l’iter alla Camera
Sarà un venerdì di passione, a Montecitorio. La notizia è arrivata nel primo pomeriggio di ieri. La conferenza dei capigruppo alla Camera dei deputati ha fissato la discussione generale sulla proposta di legge relativa alla ratifica del Mes. Il dibattito in aula inizierà domani. Ma Meloni lo ha già spento. E lo ha fatto ieri mattina quando, proprio davanti agli stessi deputati che saranno chiamati a discutere sulla ratifica del Mes, ha chiesto tempo, pazienza e di smorzare le polemiche. Secondo la presidente del consiglio, quella del fondo salva Stati “una partita complessa, sulla quale io credo che l’Italia abbia obiettivi condivisi da gran parte delle forze politiche e che sono stati oggetto di sostegno bipartisan già con i governi precedenti. Per questa ragione, lo voglio dire con serenità ma anche con chiarezza, non reputo utile all’Italia alimentare in questa fase una polemica interna su alcuni strumenti finanziari, come ad esempio il Mes”.
Meloni ha anche spiegato, riprendendo la versione già espressa qualche giorno dal ministro ai rapporti con la Ue Raffaele Fitto, quale è il punto di vista del governo sulla questione: “L`interesse dell’Italia oggi è affrontare il negoziato sulla nuova governance europea con un approccio a pacchetto, nel quale le nuove regole del patto di stabilità, il completamento dell`Unione bancaria e i meccanismi di salvaguardia finanziaria si discutono nel loro complesso nel rispetto del nostro interesse nazionale”. Dunque ha concluso sul tema non senza una velata punta polemica: “Prima ancora di una questione di merito c’è una questione di metodo su come si faccia a difendere l’interesse nazionale”.
Meloni parla, l’Ue risponde. E, dopo le parole della presidente del consiglio italiano, sono giunte quelle del presidente dell’Eurogruppo, l’irlandese Paschal Donohoe, che ha ribadito, in una lettera indirizzata al presidente del consiglio europeo Charles Michel, come la ratifica del Mes sia “centrale per i nostri sforzi” e ha promesso che “continueremo a interagire con l’Italia sulla materia”. Per Donohoe, il sì italiano è fondamentale così come lo è fare del Mes il backstop del fondo di risoluzione unico, passo “particolarmente importante alla luce dei recenti eventi nel settore bancario”. Un messaggio, a Meloni, è arrivato anche dal commissario Ue all’Economia, Paolo Gentiloni: “Legittimo discutere quale può essere la funzione del Mes nei prossimi anni, se può essere utilizzato in diverse direzioni. Ma qui abbiamo già un ulteriore utilizzo, che è quello di fornire un paracadute aggiuntivo in caso di crisi bancarie. Quindi penso che discutere di possibili evoluzioni future non escluda l’importanza di ratificare quello che c’è oggi”.
E mentre Giorgia Meloni incassa l’endorsement inatteso dell’ex premier Mario Monti secondo cui la premier “deve essere fiera” di aver tenuto ferma la disciplina di bilancio perché “con questa che fa gli interessi dell’Italia e ha acquisito credibilità in Europa” e con questa fermezza ha toccato “un tema enormemente più rilevante di quello del Mes”, impazza la polemica politica.
Elly Schlein ci va giù durissima. E parla, ancora una volta, di governo irresponsabile: “Ratificare le modifiche a quel trattato, non significa chiedere accesso a quello strumento, tenere bloccati 20 Paesi, per ragioni ideologiche e per non dire la verità agli italiani, e cioè che si può ratificare quello strumento e non vuol dire che se ne chiede l’attivazione, ecco, vuol dire essere un governo irresponsabile, è un fatto di credibilità dell’Italia”. Attacchi furiosi, ma in senso opposto, arrivano da Giuseppe Conte e dal M5s: “Uno spettacolo imbarazzante, il patriottismo che si fa indecisionismo. È legittimo discutere quale può essere la funzione del Mes nei prossimi anni, se può essere utilizzato in diverse direzioni. Ma qui abbiamo già un ulteriore utilizzo, che è quello di fornire un paracadute aggiuntivo in caso di crisi bancarie. Quindi penso che discutere di possibili evoluzioni future non escluda l’importanza di ratificare quello che c’è oggi”. La stoccata finale è sul pacchetto “onnicomprensivo” citato da Meloni come necessario nella valutazione di un’eventuale ratifica del Mes: “Cade nel ridicolo, si è auto dichiarata tafazziana, questo pacchetto si trasformerà in un pacco per l’Italia”.
L’attenzione, dopo il dibattito alla Camera di ieri, è tutta spostata a domani. Intanto, Giovanni Donzelli avverte tutti, specialmente all’opposizione, “colpevole” di aver accelerato sul tema Mes creando tensioni, poi sfumate, nel centrodestra: “Non serve fare gli sgambetti, come avete tentato di fare sul Mes, per dividere la maggioranza. Questa maggioranza è coesa. Avete provato lo sgambetto ma non vi è riuscito”. Donzelli ha concluso rivolgendosi direttamente alle minoranze: “Prima o poi capirete che avete perso le elezioni e che questa maggioranza ci sarà per 5 anni, e che finalmente questa nazione arriva in Europa difendendo quegli interessi nazionali che non avete saputo difendere”.
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