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Mes: Salvini e Di Maio lo criticano Ma forse non sanno neppure cos’è

di Redazione -

Il leader della Lega Matteo Salvini durante il convegno in occasione dei 20 anni dall’attentato alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001 nella Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani, Roma, 10 settembre 2021. ANSA/RICCARDO ANTIMIANI


Quasi il 70 per cento degli italiani non sa che cosa è il Mes Meccanismo europeo di stabilità) e, non sapendolo, non è in grado di valutarne la portata: né i vantaggi né i possibili rischi. Certamente non è un dato positivo, anche se l’argomento è molto tecnico e da addetti ai lavori. Ma ciò che è più grave è che Salvini e Di Maio  sembra non lo conoscano, o lo stiano conoscendo in questi giorni. Almeno questa è la percezione degli esperti. Eppure, l’argomento divenuto  scottante per ovvi motivi elettorali, il leghista e il grillino lo dovrebbero aver “masticato” già nel precedente governo occupando tutti e due la poltrona (a proposito del poltronificio vituperato a parole da Salvini) di vicepremier, oltre a due importanti ministeri (Interni e Sviluppo Economico). Fu infatti, durante quel governo, che l’allora ministro per gli Affari Europei Paolo Savona, non un Carneade qualsiasi, inviò al presidente Conte e a TUTTI i ministri un documento sui rischi delle possibili modifiche del Mes.  Visto quello che in questi giorni sia Salvini che Di Maio vanno dicendo, è possibile che quegli “avvertimenti” non siano stati tenuti in alcun conto, forse perché “non capiti”. Peggio sarebbe se, addirittura, non fossero stati neppure letti, né da loro né dai loro ben pagati collaboratori. E allora a che titolo il segretario della Lega e il capo politico dei 5 Stelle fanno sull’argomento la voce grossa e accusano il presidente Conte? I motivi purtroppo non sono tecnici ma esclusivamente  politici. Salvini, anche se non correttamente, fa il suo, essendo da sempre in campagna elettorale: sia quando era ministro dell’interno sia ora, autocondannatosi all’opposizione; Di Maio, visti i sondaggi che in un anno e mezzo hanno largamente premiato il leghista, lo scimmiotta. Con un handicap, però: il primo può contare sulla compattezza del suo Partito, l’enfant prodige di Pomigliano si trova con un Movimento a pezzi e in costante flessione. Resterebbe da parlare di Giorgia Meloni, l’altra voce critica. Ma la segretaria di Fratelli d’Italia era,  ieri, all’opposizione del governo gialloverde e all’opposizione è oggi del governo gialllorosso. Come dire, non ha avuto modo di “godere”  del monito di  Paolo Savona.

PdA


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