Per Abbonati

META BLUFF

di Martina Melli -


Meta, società madre di Facebook, giovedì ha dichiarato di aver rimosso due reti di account falsi collegati ai governi di Cuba, Serbia e Bolivia.
Nello specifico, questi account – che hanno raggiunto centinaia di migliaia di persone – venivano utilizzati per diffondere propaganda ufficiale e screditare l’opposizione. L’anno scorso Meta ha lanciato l’ indagine sui due anelli di notizie false, scoprendo che non avevano legami tra loro.

 

Gli investigatori della tech company hanno notato come diversi profili filogovernativi fossero impegnati in una varietà di “comportamenti coordinati e non autentici” (CIB). Nel caso di Cuba (a lungo uno dei Paesi meno connessi sulla Terra) Meta ha disattivato 363 account Facebook e 72 Instagram, oltre a 270 pagine e 229 gruppi. Questi account falsi, con immagini del profilo generate dall’intelligenza artificiale, avevano creato pagine e gruppi su una serie di piattaforme, tra cui Facebook, Instagram e WhatsApp, pubblicando contenuti di vario tipo, inclusi meme di personaggi politici dell’opposizione in cui venivano chiamati “vermi”, un termine dispregiativo usato dal governo per i dissidenti. La rete cubana era attiva anche su YouTube, TikTok e Twitter, ha confermato Ben Nimmo, responsabile globale dell’Intelligence sulle minacce di Meta. “Stavano usando account falsi molto semplici per condividere e apprezzare contenuti filogovernativi. Quindi possiamo dire che fossero finte cheerleader”. In Bolivia, l’indagine ha rivelato uno sforzo coordinato per utilizzare account falsi che pubblicassero post a sostegno del governo boliviano e che criticassero duramente l’opposizione. Sono stati disattivati circa 1.600 account, pagine e gruppi geolocalizzati a La Paz e Santa Cru. La rete aveva legami con il governo di sinistra, il partito MAS al potere del controverso ex presidente Evo Morales e un gruppo che si faceva chiamare “Digital Warriors”.

 

Parlando di Cuba, David Agranovich, direttore della distruzione delle minacce globali di Meta, ha spiegato come, dopo la rimozione, la rete fosse subito riemersa, i suoi creatori avessero cercato di tornare. “Noi li abbiamo abbattuti di nuovo. Focus del nostro lavoro non è solo quello di fare una rimozione, ma di mantenere il controllo, rendere sempre più difficile per questi gruppi non solo raggiungere un pubblico, ma anche ricostruirlo”.

In Serbia, un’altra rete CIB ha utilizzato account falsi e post coordinati per creare una percezione di sostegno diffuso e autentico per il presidente serbo Aleksander Vučić e per il partito progressista serbo.

Torna alle notizie in home