Politica

Metamorfosi Zaia: “Autonomia entro il 2024 o fallimento”

di Ivano Tolettini -


Per il governatore Zaia “Autonomia entro il 2024 o fallimento”. “Restituire i soldi del Pnrr è un’autentica follia”. La virata del governatore del Veneto fra terzo mandato e asse con Salvini per le Europee.

La metamorfosi. Non è nel suo stile fare la voce grossa e lanciare da capopopolo all’esecutivo, della sua parte politica, ultimatum che più si addicono a quella Lega di lotta alla quale il governatore ha quasi sempre anteposto la Lega di governo dei territori. Ma Luca Zaia da qualche giorno, in evidente accordo con il segretario e vicepremier Matteo Salvini, il quale volutamente su questi temi sceglie un profilo più basso per ragioni di opportunità governativa, non perde occasione per ricordare alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni che se l’autonomia non passasse entro il 2024 “vorrebbe dire che abbiamo fallito su questo fronte”. Dopo averlo detto dal palco della festa della Lega a Cervia, il governatore serenissimo l’ha ripetuto l’altro giorno anche nell’Alto Vicentino, a Santorso, dove si è recato a inaugurare un reparto di terapia semi-intensiva. Tanto per essere chiari la sua posizione è senza se e senza ma su un argomento per il “suo” Veneto prioritario, visto che quasi sei anni fa il popolo si recava alle urne per ratificare il referendum a favore del regionalismo differenziato. Sul quale egli ha investito la sua credibilità.

Zaia e i sedici mesi all’Autonomia

A quel patto con la gente Zaia tiene molto e il fatto che a sedici mesi dalla fine del 2024 abbia deciso di mettere in chiaro le cose con il partito della premier, Fratelli d’Italia, fa comprendere anche il clima che si respirerà nei prossimi mesi a Nord Est in vista delle europee, quando si voterà col proporzionale pure e ogni partito andrà per conto proprio. Tanto più che dopo il clamoroso risultato elettorale del 25 settembre di un anno fa quando FdI e la sua leader Meloni hanno prosciugato il voto leghista balzando a un clamoroso 32%, relegando la Lega di Salvini premier al 14%, il tema dell’autonomia e dei fondi del Pnrr sono diventati autentici cahiers de doléances. Ecco che Zaia parla apertamente di un fallimento qualora l’autonomia targata Calderoli non approdasse al voto definitivo entro il 2024. Non ammette stavolta ritardi. “Poiché l’autonomia sta nel programma di governo. Non farla – avvisa il di solito tranquillo governatore che invece sta sfoderando gli artigli – significa venire meno a un patto. E quando il patto si rompe non si sa mai da che parte vanno i cocci”. Dunque niente ritardi o patteggiamenti al ribasso sull’autonomia per Zaia, il quale mette sullo stesso piano anche il presidenzialismo. E se Calderoli la scorsa settimana in aula all’opposizione ha detto che sull’autonomia si può lavorare assieme senza pregiudizi, il presidente del Veneto ribadisce che il tempo sarà galantuomo. Ed ecco che non le manda a dire.

Riforma dello Stato

Anche sull’altro tema caro a FdI, il presidenzialismo, il doge veneto usa lo stesso metro di analisi politica. “Ma anche se non passasse il presidenzialismo, tanto per essere chiari, sarebbe un fallimento per la maggioranza – sottolinea Zaia nel Vicentino -, perché è uno dei due impegni, assieme appunto all’autonomia, tra i tanti che ci siamo presi con i cittadini. Quest’ultimi avrebbero tutto il diritto di dirci: «Ma scusate ci avevate detto che andavate a governare per portare a casa l’autonomia, il presidenzialismo e altri punti qualificanti del programma, l’avete messe nero su bianco, adesso approvatele»”. Uno Zaia, dunque, molto aggressivo su quello che qualcuno ha definito il “presidenzialismo federale”, una sorta di sintesi politica tra autonomia e premierato eletto dal popolo, al quale aggiunge anche il carico da novanta.

Pnrr e follia

Ma Zaia si fa portavoce anche del malumore dei sindaci veneti, e non solo, per il timore di vedere andare in fumo quei progetti per i quali sono già state indette le gare pubbliche, ma per i quali i finanziamenti europei del Piano nazionale di ripresa e resilienza sono fondamentali. “Non esiste proprio l’eventualità di restituire i soldi del Pnrr. Abbiamo località e luoghi e amministrazioni che hanno messo nero su bianco progetti che non vedranno mai la luce o che arriveranno troppo tardi rispetto ai termini europei, cosicché il conto lo pagheremmo tutti”. Un governatore categorico, insomma, perché “stavolta ne va della reputazione del Paese, perciò non esiste di restituire i soldi europei, non possiamo fare la figura della pattuglia acrobatica, verrebbe meno il patto con il popolo con il quale ci abbiamo messo la faccia”.


Torna alle notizie in home