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mezzogiorno addio

di Giovanni Vasso -

GIANCARLO GIORGETTI MINISTRO


Nel dibattito sulla manovra spunta il convitato di pietra per eccellenza dell’agenda politica e istituzionale italiana: il Sud. Per gli imprenditori, dal governo non sarebbero arrivati segnali indirizzati a uno sviluppo delle aree del Mezzogiorno. Il ministro Giorgetti si difende e spiega, invece, che l’impresa meridionale resta una delle priorità dell’esecutivo. Ieri mattina sono iniziati gli incontri di associazioni datoriali e parti sociali davanti ai parlamentari della Commissione Bilancio a Montecitorio. Gli appuntamenti, proseguiti per l’intera giornata, si esauriranno soltanto nella serata di lunedì.
Tra gli invitati a Palazzo, c’era il presidente di Confindustria Carlo Bonomi. Che, per apprezzando l’apertura del governo e il coinvolgimento nel confronto in vista della manovra, ha utilizzato parole dure sulla legge di bilancio. Per il numero uno di viale dell’Astronomia: “Nella versione giunta alle Camere non c’è la proroga del credito d’imposta per gli investimenti al Sud. Non possiamo nascondere di essere preoccupati dalla mancata proroga sui beni strumentali e del credito d’imposta Zes, che insieme alla decontribuzione Sud hanno sostenuto la tenuta produttiva del Mezzogiorno”. Dunque ha spiegato: “Nella legge di bilancio non si prevede un congruo rifinanziamento per la legge Sabatini, nessuna proroga del credito d’imposta per la formazione 4.0, nessuna modifica del dimezzamento nel 2023 del credito dimposta sugli investimenti in beni strumentali 4.0, nessun fondo per il Made in Italy, nessun rafforzamento per gli Ipcei, i grandi progetti di ricerca europei per lautonomia tecnologica di grandi filiere industriali”. Quindi ha bollato come “non prioritarie” le proposte su flat tax e prepensionamenti, affermando che le scelte sulle pensioni sono state “discutibili” e che potevano essere rinvenute risorse maggiori da investire sul taglio del cuneo fiscale a favore delle imprese.
L’allarme di Bonomi è stato rilanciato dal comitato meridionale dei giovani imprenditori di Confindustria. Il presidente Umberto Barreca, insieme ai responsabili dei giovani imprenditori pugliese Alessio Nisi, campano Vittorio Ciotola, sardo Roberto Cesaraccio e siciliano Gianluca Costanzo e con il lucano Domenico Lorusso, ha tuonato: “Oggi è tutto a rischio. La legge di bilancio 2021 aveva prorogato il bonus investimenti in beni strumentali nel Mezzogiorno al 31 dicembre 2022. Ma, oggi, tutto è a rischio”. Quindi hanno spiegato: “Il regime di aiuti che premia le imprese che acquistano macchinari, impianti e attrezzature destinate a strutture produttive nuove o esistenti, garantendo un credito di imposta liquidità immediata mediante compensazione in F24, rappresentava un vero aiuto verso le aree del Sud svantaggiate. Purtroppo, però, questo sistema di agevolazioni non è stato inserito in legge di bilancio 2023. E difficilmente nel testo della nuova manovra si leggono le parole Sud, Mezzogiorno e Meridione che, incredibilmente, spariscono dal vocabolario della politica”.
Il ministro all’Economia Giancarlo Giorgetti, passato anche lui davanti ai parlamentari delle commissioni bilancio di Camera e Senato, ha voluto però rassicurare tutti: “Per il Sud stiamo predisponendo misure per la proroga di alcuni interventi come le agevolazioni fiscali per le imprese”. Secondo il titolare del Mef, inoltre, sarà prevista la proroga dei crediti d’imposta Zes e per gli investimenti nel Mezzogiorno. Queste misure dovranno essere materialmente inserite nel testo della manovra dal quale, al momento, sembrano essere assenti.
Un altro dei grandi temi emersi dall’esame del testo della manovra, da parte degli industriali, è quello inerente il Pnrr. Lo stesso Bonomi ha ribadito che occorre “una rigorosa attuazione, essenziale per avere la credibilità necessaria sia per ottenere le indispensabili rimodulazioni del Piano imposte dall’emergenza bellica, sia per giocare in modo efficace la partita cruciale della riforma della governance economica europea”. Teme poi che “per effetto dello spacchettamento di deleghe all’atto della formazione del governo” possano subentrare “problemi per la cabina di regia che deve essere pronta a interventi di sussidiarietà dall’alto in caso di ritardi conclamati nell’attuazione di milestone e target del piano, dei bandi e delle gare”.
Da parte sua, Giorgetti ha detto che è necessario accelerare “anche con i rialzi dei prezzi” delle materie prime e che “tutti gli obiettivi sono stati raggiunti” e che “centreremo anche quelli per chiedere la terza tranche”.


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