Politica

Migranti a tre sponde: La missione di Meloni in Tunisia

di Eleonora Ciaffoloni -

GIORGIA MELONI PREMIER


È in programma per questa mattina la visita ufficiale di Giorgia Meloni a Tunisi. Un incontro anticipato dalla telefonata che la premier ha avuto nei giorni scorsi con il presidente tunisino Kais Saied: un colloquio incentrato sulle relazioni bilaterali tra i Paesi, ma con focus sulla gestione dei flussi migratori e sui negoziati con il Fondo Monetario Internazionale, in cui l’Italia sta continuando a dare pieno sostegno alla Tunisia. La crisi economica e umanitaria tunisina è una miccia accesa che il nostro Paese deve far evitare di scoppiare: una esplosione della situazione, già precaria, potrebbe significare un forte aumento dei flussi migratori già da record sulle nostre coste.

Una visita, quella di Meloni, che va a rafforzare e confermare il supporto alla Tunisia e che segue quella del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, che il mese scorso aveva incontrato il Capo di Stato e l’omologo tunisino Kamel Fekih. Una visita con cui il capo del Viminale ha portato in dote al paese nordafricano una cinquantina di mezzi motorizzati per il pattugliamento della zona costiera, la frontiera “calda” da dove sono partiti circa la metà dei 50.000 migranti arrivati in Italia a partire da inizio anno e da dove continuano a partire. E se Piantedosi ha messo sul piatto soluzioni pratiche e mezzi, la visita di Meloni amplia la visione dalle relazioni con l’Italia a quelle europee. La premier italiana sembra essere rimasta una delle poche rappresentanti delle potenze occidentali disposta a tendere la mano al presidente Kais Saied che continuerebbe a mantenere un “atteggiamento non costruttivo”, con l’Italia diventata quasi una garante per i tunisini sullo scacchiere internazionale.

Importante il bilaterale tra Meloni e Saied perché sul tavolo vi è la possibilità di sbloccare almeno una parte del finanziamento da 1,9 miliardi di euro da parte del Fondo Monetario Internazionale. Un passaggio in cui l’Italia rientrerebbe e che sarebbe fondamentale per contenere la crisi e i conseguenti flussi di migranti. E così, questi (quasi) due miliardi di euro che Tunisi ha richiesto come prima tranche inizierebbero a risanare il debito del Paese. Si parla di prima tranche – di cui Meloni ha parlato anche al G7 – perché la cifra sul tavolo non basterebbe a salvare l’economia in rosso della Tunisia. Denaro che si aggiunge ai 110 milioni che l’Italia aveva già “girato” alla Tunisia per tenere a bada la crisi, nonostante il Presidente tunisino abbia fatto sapere di non essere disposto a cedere a diktat esterni. L’altra faccia della medaglia è la questione migratoria: gli sbarchi clandestini sono aumentati esponenzialmente negli ultimi mesi e è nell’interesse di Meloni incontrare l’omologo tunisino per cercare di contenerli. Della missione a Tunisi Meloni aveva parlato giovedì in Moldavia, durante il vertice della comunità politica europea, con la presidente della commissione Ue Ursula Von der Leyen e con il primo ministro olandese Mark Rutte, a cui si aggiungerà un resoconto con il cancelliere Olaf Scholz durante l’incontro previsto per giovedì a Roma.

Questione migranti che lato occidentale guardia a Libia e a Tunisia, anche se, ricordiamo che il 90% dei migranti che partono dal Paese sono provenienti dall’Africa Subsahariana. Per questo per il presidente Saied la questione migranti potrebbe risolversi con “degli accordi tra i molti soggetti africani interessati”, con l’obiettivo di organizzare una conferenza tra i Paesi interessati dalla questione migratoria, tra i Paesi del Nord Africa, quelli del Sahel e del Sahara e i Paesi del Mediterraneo settentrionale per fare un punto sulle cause delle mobilitazioni.


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