Politica

Migranti, Borghezio: “Meglio Meloni! Salvini si c…a sotto di essere giudicato da qualche togato”

di Edoardo Sirignano -

MARIO BORGHEZIO EUROPARLAMENTARE


“Meglio Meloni di Salvini sui migranti. Stiamo parlando di chi si c…a sotto di fronte alle minacce di qualche giudice. Invitando, poi Le Pen a Pontida, contraria alle autonomie, ha tradito i nostri valori. Trovo difficoltà a guardare negli occhi le persone che hanno votato la prima Lega”. A dirlo l’ex europarlamentare e storico volto del Carroccio Mario Borghezio.

Pontida 2023, cosa è cambiato rispetto a qualche anno fa?

La presenza di Marine Le Pen, contraria alle autonomie, pone un problema serio per i militanti come me. Così si butta al vento l’azione forte e incisiva del ministro Calderoli, così come si rinuncia a tutte le battaglie per l’autodeterminazione dei popoli. La visione di questa signora, abituata agli champagne di Parigi, non c’entra nulla con la nostra storia. A differenza del padre, la cui esperienza è stata il sangue dell’Algeria, la donna a cui faccio riferimento è altro. Avendo conosciuto la natura profonda della destra francese, rispettosa dei diritti dei popoli, diciamo che tale figura, ha gettato bene la maschera. Stiamo parlando, infatti, della contraddizione vivente ed esplicita delle forti idee di libertà e autonomia. Non a caso mi pare non sia molto amata dai Corsi, dai Baschi, tantomeno dai Valloni e da tutti quei popoli che credono al diritto alla libertà e all’autodeterminazione.

Calderoli, a suo parere, sta lavorando bene sull’Autonomia?

È l’unico ministro che lavora. Sta sacrificando la propria vita, avendo importanti problemi di salute, per una battaglia, a mio parere, persa in partenza perché credo nella secessione. La sua è una sfida ideale, morale e politica che bisogna rispettare. Mi tolgo il cappello davanti a chi lavora come nessun altro esponente della Lega per portare avanti un disegno, in cui crede fortemente.

Il suo Carroccio si è distinto per le battaglie sui migranti. Dove sono finite adesso?

Le fanno i sindaci, soprattutto quelli della Lega. Esterrefatti di fronte a una situazione peggiore di quanto governavano i nemici delle nostre idee, non possono fare altrimenti.
Stiamo parlando, però, di un esecutivo in cui c’è Salvini. Dove sono le sue promesse?
Salvini è sul carpet di Venezia. In politica non ci sono le promesse, ma gli impegni. Le persone serie dovrebbero rispettarli. Spero che il segretario della Lega si distingua subito per un comportamento concreto e coerente con quanto pensiamo. Pontida può essere l’occasione giusta. L’invito a Le Pen, però, non è un punto a suo favore. Un conto è collaborare in Europa e raggiungere dei compromessi a Bruxelles, un altro è portarla in un luogo per noi della Lega sacro.

Come giudica la politica di Palazzo Chigi sui migranti?

Ho l’impressione che il ministro Piantedosi abbia una visione burocratica. Affronta il problema come un prefetto. Qui, però, c’è bisogno di un politico con una visione chiara dell’immigrazione, che non è soltanto securitaria, ma anche storica. È la difesa della nostra identità. È qualcosa che risponde alle politiche di quei popoli come i Fiamminghi e i Baschi. Non a caso citò delle identità che non sono solo di destra. Vada a vedere come si comporta la polizia catalana nei confronti dei migranti che delinquono.

Per evitare tutto quanto vediamo in tv, come doveva agire il nostro Paese?

Doveva continuare nella politica ferma che per qualche tempo ha svolto la Lega. Non bisogna farsi intimidire dalle minacce di certi tribunali, di una parte della magistratura. L’uomo politico che vuole cambiare non si ca…a addosso di fronte al rischio di essere giudicato da qualche togato in modo illegittimo. Sull’immigrazione mi sembra che abbia le idee più chiare la presidente Meloni che Salvini.

Dove è finito il primo dl Salvini?

Bisognerebbe chiederlo a lui. Trovo difficoltà a incontrare lo sguardo delle persone che hanno creduto alle parole della prima Lega.

Ciò vuol dire una batosta in vista delle europee?

Spero di no perché sono un militante. Gli errori, però, non aiutano. Il dato elettorale non significa niente. Non siamo nati per vincere le elezioni, ma per cambiare il Paese e dare libertà al Nord. Chi è stato premiato da coloro che credevano in tutto ciò doveva tenerne conto. Ecco perché chi si dimentica dei nostri valori appare è un Giuda.

In questi giorni si parla di un’alleanza continentale con il Ppe. È favorevole?

La Lega non è né di destra, né di sinistra. È identitaria. Se il Ppe abbandona le visioni universalistiche e mondialiste e diventa quello che fanno i Bavaresi nella loro terra, ben venga. Il problema è vedere con chi e per quali obiettivi si fanno degli accordi. Per essere rispettati e concludere intese serie è fondamentale dimostrare di essere pronti al compromesso, ma inflessibili sui principi, tra cui appunto la difesa della nostra identità.


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