Politica

Migranti: Salvini accusa Berlino, Meloni cerca la sponda di Macron

di Eleonora Ciaffoloni -


È stato un faccia a faccia non previsto (almeno ufficialmente) e senza delegazioni quello avvenuto ieri tra Giorgia Meloni e il presidente francese Emmanuel Macron: un incontro di un’ora e venti minuti tenutosi a seguito delle esequie laiche di Giorgio Napolitano, incentrato sul dossier migranti.

Un colloquio che da Palazzo Chigi, hanno fatto sapere, è stato “Lungo e cordiale”. I temi cruciali del bilaterale “informale” sono stati quelli su migranti ed economia, ma è soprattutto sul primo dossier che si è concentrata l’attenzione dei due presidenti, vista anche la mano tesa sull’emergenza arrivata da Parigi nei giorni scorsi. Mano tesa accolta “con grande interesse” dal governo italiano, con commento entusiasta della presidente del Consiglio: “È evidente che Italia, Francia e Ue debbano agire insieme per sostenere gli Stati di origine dei migranti e per aiutare gli Stati di transito a smantellare le reti criminali di trafficanti di esseri umani. È la direzione che il governo italiano ha già intrapreso e che vuole perseguire insieme alle istituzioni europee e ai propri alleati europei”. Era stato lo stesso Macron che, per primo, aveva dichiarato di voler collaborare “Con il presidente del Consiglio italiano” che “ha fatto una scelta forte”. Il capo dell’Eliseo si era avvicinato all’Italia che, ha detto “Si sta assumendo le proprie responsabilità e sta svolgendo il suo ruolo di ‘primo porto sicuro’”. Italia che non va lasciata sola perché “La risposta a questo tema è europea”.

Un incontro che fa sperare Meloni in una alleanza in merito all’emergenza dei flussi migratori con i transalpini, soprattutto ora che sono tornate le tensioni con la Germania. Non solo per l’ultima uscita dal Carroccio lanciata dal vice di Salvini Andrea Crippa – “Ottant’anni fa il governo tedesco decise di invadere gli stati con l’esercito ma gli andó male, ora finanziano l’invasione dei clandestini per destabilizzare i governi che non piacciono ai social-democratici” – ma anche per la lettera glaciale inviata da Meloni al suo omologo Olaf Scholz in cui si augura che le iniziative di Berlino – soprattutto quella riguardante i finanziamenti alle Ong – “potranno essere meglio chiarite”. La premier porterà avanti il dossier migranti e coglierà l’occasione per le discussioni – tanto con la Francia quanto con la Germania – a partire dal Vertice della Comunità politica europea e dal Consiglio europeo di Granada il prossimo 5 e 6 ottobre.

Vertice in cui, probabilmente, tornerà a galla anche l’ormai noto Memorandum d’Intesa tra Tunisia e Ue firmato a luglio. Non tanto per l’annuncio arrivato dalla Commissione Ue per lo stanziamento di 127 milioni di euro destinati al Paese del Nordafrica, quanto per la seconda negazione di Kais Saied nei confronti della delegazione Ue in visita nel Paese. Dopo il primo “no” all’ingresso in Tunisia dello scorso 14 settembre, nella giornata di ieri il presidente tunisino “ha deciso di incaricare il ministero degli Esteri di informare la parte europea della decisione di rinviare la prevista visita di una delegazione della Commissione Europea nel nostro Paese ad una data successiva da concordarsi tra le due parti”. Insomma, Saied non sembrerebbe aver smorzato tutte le sue remore nei confronti delle istituzioni comunitarie.

Intanto ieri il governo si è riunito in pre Consiglio dei Ministri, in vista della riunione in programma oggi, in cui l’esecutivo riunito dovrebbe approvare proprio un decreto a tema migranti. Una bozza di questo prevederebbe misure più stringenti per la sicurezza e dei potenziamenti nella prima accoglienza. Nello specifico si tratta di “Disposizioni urgenti in materia di immigrazione e protezione internazionale, nonché per il supporto alle politiche di sicurezza e la funzionalità del ministero dell’Interno”. Ma andando a fondo, tra le novità, la bozza prevede che i titolari di permesso di soggiorno di lungo periodo potranno essere espulsi “per gravi motivi di ordine pubblico o di sicurezza dello Stato” dal ministro dell’Interno, mentre quando ricorrono “gravi motivi di pubblica sicurezza” l’espulsione è disposta dal prefetto.

Non solo, l’espulsione dal territorio nazionale potrebbe essere prevista, come da articolo 5, anche per chi mente sull’età o sull’identità propria o di altri. Lato accoglienza, invece, nella bozza del decreto si prevede che in caso di momentanea indisponibilità di strutture ricettive per migranti minorenni il prefetto “può disporre la provvisoria accoglienza del minore di età non inferiore a sedici anni” in una sezione dedicata “per un periodo non superiore a novanta giorni”. Inoltre, per poter assicurare adeguati livelli di accoglienza negli hotspot, il dl prevederebbe che “in caso di arrivi consistenti e ravvicinati” il ministero dell’Interno è autorizzato “ad avvalersi del concorso delle attività logistiche della Guardia costiera”. Decisioni che potrebbero influire anche sul piano di sensibilizzazione di Meloni in Europa.


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