Politica

Migranti spacca Lega: rivolta dei sindaci e mediazione di Zaia

di Ivano Tolettini -


Migranti spacca Lega: la rivolta dei sindaci del Carroccio e la mediazione di Zaia che si allinea a Piantedosi. “Sì all’accoglienza diffusa e via libera al protocollo fra Regione, Anci e Prefetture”

La nuova parola d’ordine a Nord Est? Accoglienza diffusa dei migranti. Diciamo che fa un certo effetto su un tema così spinoso come l’accoglienza – argomento che un tempo vedeva il Carroccio salire sulle barricate con i sindaci nel territorio quando a Roma era all’opposizione – sentire il sindaco leghista doc di Treviso e presidente dell’Anci Veneto, Mario Conte, affermare: “È cambiato il mondo, siamo in una fase nuova, i migranti possono diventare la forza lavoro che manca”. Un discorso pragmatico che supera l’ideologia identitaria, e che fa rimanere interdetta una fetta della base, ma che si sposa col pensiero del governatore Luca Zaia, che sul finire dello scorso fine settimana ha sottolineato che è giusto allinearsi alle posizioni del ministro degli Interni, Matteo Piantedosi, per una coesione tra Regione e Anci. La sintesi è il protocollo che sposa un “progressismo” che un tempo sarebbe stato bollato da queste parti – perché è la realtà dei fatti – come piddino. Ma a Roma governa il centrodestra capitanato da Giorgia Meloni, gli sbarchi dei disperati si susseguono a migliaia sulle nostre coste meridionali, il ministro dell’Ordine Pubblico è espressione del segretario Matteo Salvini e, non ultimo, al Nord le categorie economiche, industriali in testa con le loro multinazionali tascabili, sono a corto di personale e spingono per la valorizzazione di queste potenziali risorse umane da formare cui guardano con grande interesse. Altrimenti bisognerà rinunciare agli ordini di qui a poco tempo.

Migranti: la rivolta dei sindaci e la mediazione di Zaia

E dire che la scorsa settimana quando in sette Comuni del Vicentino sono arrivati 20 migranti 20 sul far dell’alba provenienti dalla Sicilia e scaricati “come pacchi postali” davanti ai municipi sprovvisti dei documenti accompagnatori, i sindaci hanno reagito secondo il riflesso pavloviano polemizzando subito col prefetto Salvatore Caccamo come se ci fosse stata la calata degli Unni. Ma se stai al governo, e la Lega è perno dell’esecutivo destra-centro, non puoi fare il sofista, tanto più che l’inverno demografico nel quale siamo immersi fino al collo nonostante le afose giornate tropicali di luglio, sta mettendo sul chi va là il mondo imprenditoriale che si interroga sul futuro prossimo. Ecco allora che la Lega di governo nella Capitale come sui territori indossa il vestito istituzionale. Zaia ai contestatori anche del suo partito fa recapitare un messaggio a stretto giro di posta: “Il protocollo veneto dell’accoglienza è il primo in Italia; il ministero degli Interni l’ha approvato e col ministro Piantedosi ho parlato più volte”.

Parola d’ordine: gestione

La nuova parola d’ordine, dunque, è gestione del fenomeno migratorio perché non bisogna subirlo. Non è un caso che ieri il presidente della Confcommercio veneta, Patrizio Bertin, ha dichiarato: “Per quanto il tema dei migranti possa prestarsi a varie interpretazioni, non vi è dubbio che il nostro mercato del lavoro ha bisogno di lavoratori immigrati”. Ristoranti, bar e negozi da Venezia a Verona, da Padova a Vicenza e Treviso, ma lo stesso vale a Udine come a Trieste, e la stessa solfa è in Lombardia, sono alla disperata ricerca di personale. Ecco che l’aspetto politico del fenomeno resta sullo sfondo, mentre in primo piano sale prepotente l’interesse: “Ben vengano gli immigrati”. E se l’europarlamentare leghista Da Re è contrario all’accoglienza diffusa, Zaia risponde che serve una cabina di regia e il protocollo d’intenti risponde a questa necessità. Nuova Lega, allora, sui migranti.


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