Milano, resa dei conti: gli interrogatori al via. Il sindaco non molla
Milano si prepara a vivere una giornata chiave nell’inchiesta sull’urbanistica che ha travolto Palazzo Marino. Oggi, in tribunale, si aprirà il ciclo degli interrogatori preventivi per i sei indagati per cui la Procura ha chiesto misure cautelari: quattro gli arresti domiciliari e due in carcere a San Vittore.
Le accuse vanno dalla corruzione al falso, dall’abuso edilizio alla lottizzazione abusiva, fino all’induzione indebita attraverso il sofisticato meccanismo delle consulenze agli architetti della Commissione Paesaggio che erano in conflitto d’interessi perché a libro paga dei costruttori in quanto beneficiari di incarichi pagati profumatamente. Un terremoto giudiziario che agita la politica e minaccia di riscrivere gli equilibri milanesi in vista delle prossime elezioni amministrative del 2026.
Il primo a comparire davanti al gip Mattia Fiorentini sarà Giuseppe Marinoni, architetto ed ex presidente della Commissione Paesaggio, figura centrale dell’inchiesta e per il quale la Procura ha chiesto il carcere. Per gli inquirenti, Marinoni avrebbe incassato oltre 400 mila euro da studi e imprese a cui concedeva pareri non vincolanti, ma influenti, senza dichiarare i propri conflitti di interesse. Tra i principali pagatori spicca l’architetto Federico Pella, progettista di opere che hanno ridisegnato il volto della città, tra cui le nuove terme a San Siro.
Marinoni, secondo la Guardia di Finanza, avrebbe tentato di inserire la società J+S di Pella anche nel progetto dello stadio di San Siro, sfruttando le sue relazioni con il mondo politico e imprenditoriale. A seguire saranno interrogati Alessandro Scandurra, ex componente della Commissione Paesaggio accusato di tre casi di corruzione, e Giancarlo Tancredi, da lunedì ex assessore alla Rigenerazione Urbana, braccio operativo del sindaco Giuseppe Sala (nella foto) in tutti i dossier strategici: da Citylife agli scali ferroviari, da Porta Nuova allo stadio.
Tancredi, grazie alla legge Nordio, ha potuto rassegnare le dimissioni in Consiglio comunale a differenza di colleghi di altre città che, in passato, erano stati costretti a farlo colpiti da misura cautelare. I pm contestano a Tancredi pressioni indebite proprio su Marinoni per sbloccare interventi che coinvolgevano anche Stefano Boeri e l’imprenditore Manfredi Catella. Quest’ultimo, patron di Coima, sarà ascoltato nel pomeriggio e porterà con sé una memoria difensiva per opporsi alla richiesta di domiciliari. A chiudere la giornata sarà Andrea Bezziccheri, costruttore legato al gruppo Bluestone, nelle cui disponibilità la Gdf ha trovato 120 mila euro in contanti. Tutti elementi che per la Procura milanese compongono un mosaico allarmante: “Una degenerazione della gestione urbanistica dell’amministrazione comunale”, dove il pubblico si sarebbe piegato agli interessi di “una cerchia ristretta e elitaria”. Intanto, la politica si muove.
Il sindaco Giuseppe Sala, pressato dalle opposizioni ma deciso a resistere, ha escluso l’ipotesi di dimissioni. “Attribuisco temporaneamente alla vicesindaca Anna Scavuzzo le deleghe all’Urbanistica”, ha dichiarato durante un evento pubblico, sottolineando il carattere provvisorio della scelta. “Non voglio prendere decisioni affrettate. Ho l’impressione che le mie dimissioni non avrebbero fatto comodo a nessuno: né al centrosinistra, né al centrodestra”. E ha aggiunto: “In Liguria è saltata la giunta, ma poi ha rivinto il centrodestra. Non pensiamo alle elezioni, pensiamo a lavorare bene”.
Ma il centrodestra non fa sconti. In particolare Maurizio Gasparri, capogruppo di Forza Italia al Senato, che ha messo nel mirino l’operato politico di Sala: “Non chiediamo le dimissioni per le questioni giudiziarie perché crediamo nella presunzione d’innocenza, ma il giudizio politico è impietoso. Sala si era proposto come figura di sintesi del centrosinistra, e invece è un fallimento. E ciò che emerge è una rete di consulenti che esprimevano pareri su progetti da cui erano retribuiti”. Per Gasparri, l’intera vicenda getta ombre sulla gestione del territorio: “Non vorrei si banalizzasse un settore che ha bisogno di rigenerazione urbana, ristrutturazioni, meno consumo di suolo. Ma qui il Comune sembra essersi piegato a interessi privati”.
La giornata di oggi, con le decisioni che prenderà il Gip, sarà uno snodo cruciale, non solo per le sorti degli indagati, ma per l’intera architettura politica di Milano. Il giudice Fiorentini, pur non avendo scadenze immediate, dovrà decidere se convalidare le richieste della Procura. E nel frattempo, mentre Palazzo Marino cerca di assorbire il colpo, l’ombra lunga dell’inchiesta inizia già a proiettarsi sulla prossima campagna elettorale e sulle scelte urbanistiche perché oltre 10 mila famiglie sono in attesa della casa.
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