Cronaca

Militare morto per amianto: ministero della Difesa condannato al risarcimento

di Maurizio Zoppi -


È deceduto nel marzo 2015, a soli 58 anni, il militare casertano Leopoldo Di Vico, dopo aver lottato a lungo contro un cancro sviluppato in seguito all’esposizione all’amianto e ad altri cancerogeni. Oggi, il ministero della Difesa dovrà risarcire con 600mila euro la famiglia del defunto. Questa la decisione definitiva del tribunale di Roma, resa nota dall’Osservatorio Nazionale Amianto (Ona). Il luogotenente dell’Esercito Italiano ha lavorato in numerose missioni militari come meccanico dei mezzi blindati e corazzati del “Battaglione Meccanizzato Granatieri di Sardegna”. A causa del suo impiego che lo costrinse per anni a stare a contatto con proiettili all’uranio impoverito, metalli pesanti, e all’amianto, ha sviluppato un “carcinoma uroteliale del bacinetto renale” che lo ha portato alla morte. Inizialmente il Ministero della Difesa aveva negato il riconoscimento della causa di servizio e dello status di vittima del dovere. Tuttavia, a valle di un contenzioso giudiziario seguito da Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, la questione ha avuto un risolvo positivo. “I rischi legati all’uranio impoverito, alle radiazioni e alle nanoparticelle, hanno provocato non meno di 400 decessi solo per tumori emolinfopoietici tra tutti coloro che sono stati impiegati nelle missioni all’estero”, ha commentato a seguito della sentenza l’avvocato Bonanni. La definizione: “vittima del dovere” è costata tante lotte legali ai familiari di numerosi militari. “Ho saputo che l’amministrazione della Difesa ha accolto le tesi dell’avvocato – aveva spiegato Mario, figlio di Leopoldo – contro l’iniziale delibera che aveva negato a mio padre il riconoscimento della causa di servizio e la qualità di vittima del dovere. Una vittoria della legalità e della giustizia che dà dignità alla memoria di mio padre morto all’età di 58 anni dopo quattro di agonia. Ha svolto il suo servizio con lealtà e onore, esposto ad amianto, benzene, fumi di saldatura, polvere da sparo, uranio impoverito: un ambiente infernale che gli ha provocato il tumore e la morte”.

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