Mille morti per una frana nel Darfur del genocidio
Spazzato via l'intero villaggio di Tarasin, nell'area di un conflitto ventennale
Sono oltre mille le persone che hanno perso la vita a causa di una frana che ha spazzato via il villaggio di Tarasin sui monti MarrahMarrah nel Darfur centrale, nel Sudan.
“Villaggio raso al suolo”
Lo ha affermato il Movimento di liberazione del Sudan-Esercito in una nota. “Le prime informazioni indicano la morte di tutti gli abitanti del villaggio, stimati in oltre mille persone. Solo una persona è sopravvissuta“, si legge nel comunicato.
Il villaggio è stato “completamente raso al suolo”, ha affermato il gruppo, chiedendo aiuto alle Nazioni Unite e ai gruppi umanitari internazionali per recuperare i corpi.
Nel Darfur la stagione delle piogge va da giugno a settembre e porta con sé un rischio elevato di dissesto idrogeologico, aggravando la crisi umanitaria già grave nella zona. Le piogge intense possono causare frane e allagamenti, aumentando il rischio di malattie e peggiorando le condizioni dei rifugiati e delle popolazioni sfollate. Nel Darfur settentrionale e occidentale, le frane si inseriscono in un contesto di estrema vulnerabilità dovuta ai conflitti armati, alla malnutrizione e alla mancanza di infrastrutture adeguate.
Il contesto meteo nelle ultime stagioni ha confermato situazioni di emergenza a causa delle piogge abbondanti, evidenziate da organizzazioni come Medici senza frontiere e Amnesty International, che segnalano come tali condizioni meteo aggravino la crisi umanitaria esistente, soprattutto per le popolazioni sfollate senza ricovero adeguato.
Darfur, una crisi “infinita”
Il Darfur è in condizioni di grave crisi geopolitica da più di vent’anni. Il conflitto armato ufficiale è iniziato nel febbraio 2003 quando gruppi ribelli come il Movimento per la Liberazione del Sudan (SLM) e il Movimento Giustizia ed Uguaglianza (JEM) si sono sollevati contro il governo sudanese, accusato di oppressione della popolazione non araba del Darfur.
In risposta, il governo ha avviato una campagna di pulizia etnica, con grande coinvolgimento delle milizie Janjawid, che ha causato centinaia di migliaia di morti e milioni di sfollati. Un conflitto ripetutamente definito genocidio. Per questo, l’ex presidente Omar al-Bashir è stato incriminato dalla Corte Penale Internazionale per crimini contro l’umanità.
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