Il business plan per Gaza è sulla scrivania del presidente americano Donald Trump
“Il tempio è sacro perché non è in vendita”, scrisse Ezra Pound nei suoi “The Cantos”. Sacri dovrebbero essere anche altri “templi” come la terra, che custodisce l’identità di un popolo, i corpi, che ospitano le anime, e il sangue, che conserva la memoria di ciò che è stato. Ma evidentemente non è cosi per il ministro delle Finanze israeliano Bezalel Smotrich. Alla fine della guerra la Striscia di Gaza sarà “una miniera d’oro immobiliare” e sono stati “avviati negoziati con gli americani” per come dividere l’enclave palestinese e far sì che la ricostruzione “si paghi da sola”, ha detto Smotrich, senza alcun riguardo per i vivi e per i morti, alla conferenza immobiliare Urban Renewal Summit a Tel Aviv.
Soldi e affari sul sangue dei palestinesi
“Abbiamo investito molti soldi in questa guerra. Dobbiamo vedere come distribuiremo il terreno in percentuale”, ha affermato il ministro, aggiungendo che “la demolizione, la prima fase del rinnovamento della città, l’abbiamo già fatta. Ora dobbiamo solo costruire”. Il componente di estrema destra dell’esecutivo guidato dal premier Benjamin Netanyahu ha poi ammesso che “il business plan” per Gaza è sulla scrivania del presidente americano Donald Trump, che “sta verificano come questa situazione diventerà una manna dal cielo immobiliare”. Un oltraggio alla dignità dei gazawi dilaniati dalla carestia e dalle bombe. Un affronto a chi muore ogni giorno negli attacchi israeliani, come le ultime tredici vittime, massacrate di fronte all’ingresso dell‘Ospedale al-Shifa, a Gaza City, mentre stavano lasciando la struttura per dirigersi verso la zona umanitaria.
Comunicazioni interrotte da Israele
Il grido di dolore dei civili è strozzato nelle gole e tra le mani. Blackout di internet sono stati segnalati nella Striscia. L’azienda di telefonia palestinese ha accusato lo Stato ebraico denunciando raid contro le infrastrutture. Sono senza Internet alcune zone di Gaza City, hanno confermato gli abitanti all’agenzia Dpa, mentre funzionari di Paltel, con sede in Cisgiordania, hanno evidenziato problemi per la telefonia fissa e Internet. Su X, NetBlocks, osservatorio su Internet, ha riferito di “un’interruzione significativa nei collegamenti nella Striscia di Gaza con un impatto forte nel nord”. Tutto, si legge nel post, nel mezzo della “nuova operazione di terra israeliana nell’area”.
La Commissione Europea ha sospeso il sostegno bilaterale a Israele, ad eccezione di quello alla società civile e allo Yad Vashem. La misura incide sulle future assegnazioni annuali tra il 2025 e il 2027, nonché sui progetti di cooperazione istituzionale in corso con Israele e sui progetti finanziati nell’ambito del Fondo di cooperazione regionale Ue-Israele.
Le proposte seguono una verifica del rispetto da parte di Israele dell’articolo 2 dell’accordo, a seguito della quale è emerso che “le azioni intraprese dal governo israeliano rappresentano una violazione di elementi essenziali relativi al rispetto dei diritti umani e dei principi democratici”. Questo “autorizza l’Ue a sospendere l’accordo unilateralmente”.
Si tratta di provvedimenti, ha spiegato la commissaria per il Mediterraneo Dubravka Suica, che la Commissione può adottare unilateralmente, senza che debbano essere approvate dal Consiglio, a differenza delle sanzioni proposte e della sospensione parziale degli aspetti commerciali dell’accordo di associazione Ue-Israele.
Nel Consiglio la situazione è diversa. In seno all’istituzione Ue che riunisce gli Stati membri, le “linee politiche” non sono cambiate per quanto riguarda le eventuali misure da adottare contro Israele per la guerra che conduce a Gaza. L’Alta Rappresentante dell’Ue Kaja Kallas ha confermato nel corso di una conferenza stampa che sarà molto difficile raggiungere l’unanimità e la maggioranza qualificata necessarie per adottare le proposte presentate dalla Commissione Europea, che prevedono sanzioni e limitate misure commerciali nei confronti dello Stato ebraico.
“Le sanzioni proposte, ha ricordato Kallas, richiedono l’unanimità, la proposta commerciale la maggioranza qualificata”. “Sapete molto bene com’è la situazione nel Consiglio”, ha concluso il capo della diplomazia europea.