MISE, ai nastri di partenza il fondo per il commercio
di Alessio Gallicola -
Dal 3 al 24 maggio prossimo i commercianti potranno presentare domanda per richiedere contributi a fondo perduto a sostegno di quelle attività che sono state maggiormente colpite durante l’emergenza Covid. Lo ha annunciato il Ministero dello sviluppo economico, che in questo modo ha reso operativo il Fondo dedicato al rilancio delle attività economiche di commercio al dettaglio, con il quale vengono messi a disposizione 200 milioni di euro per l’anno 2022.
“Il Mise – dice il ministro Giorgetti – è al fianco delle attività commerciali e produttive che, dopo aver affrontato con coraggio e fiducia la fase dell’emergenza Covid, si trovano adesso davanti alle difficoltà che derivano dall’aumento dei costi delle materie prime anche in conseguenza del conflitto in Ucraina”.
I beneficiari della misura, che si inquadra nel decreto sostegni ter, devono aver conseguito ricavi non superiori a 2 milioni di euro nel 2019 e aver subito una riduzione del fatturato nel 2021 non inferiore al 30% rispetto al 2019.
“Con questo nuovo fondo – aggiunge il responsabile del dicastero – interveniamo con sostegni diretti ad accompagnare i commercianti nel rilancio delle loro attività imprenditoriali che rivestono un ruolo centrale nell’economia del nostro Paese”.
Il Fondo per il rilancio delle attività economiche, che ha una dotazione di 200 milioni di euro per l’anno 2022, è finalizzato alla concessione di aiuti in forma di contributo a fondo perduto a favore delle imprese che svolgono in via prevalente attività di commercio al dettaglio. Si rivolge alle imprese che svolgono in via prevalente un’attività di commercio al dettaglio, che presentano un ammontare di ricavi, riferito al 2019, non superiore a 2 milioni di euro e che hanno subito una riduzione del fatturato nel 2021 non inferiore al 30% rispetto al 2019.
Le risorse finanziarie destinate all’intervento agevolativo sono ripartite tra i soggetti aventi diritto, l’importo si determina applicando una percentuale alla differenza tra l’ammontare medio mensile dei ricavi relativi al periodo d’imposta 2021 e l’ammontare medio mensile dei medesimi ricavi riferiti al periodo d’imposta 2019, in base ad una tabella di percentuali stabilita dal Ministero.