Attualità

Misura di Inclusione Attiva da settembre il nuovo Rdc

di Eleonora Ciaffoloni -

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Per ora è soltanto una bozza,, ma il cosiddetto “Mia” – Misura di Inclusione Attiva – è il nuovo provvedimento pronto a rivoluzionare il Reddito di Cittadinanza. Una misura con cui il governo ha intenzione di contrastare la povertà, ma soprattutto dare una spinta alle politiche attive del lavoro, senza tornare indietro su quanto fatto finora con il sussidio. Al di là della smentita di rito del Mef, “al momento, nessuna bozza sulla riforma del reddito è all’esame degli uffici, né mai è pervenuta la relazione tecnica indispensabile per qualsiasi valutazione”, si stanno facendo i primi passi concreti. Si tratterebbe, quindi, di un Reddito di Cittadinanza 2.0 che cambia e si sdoppia in favore di un risparmio di circa due-tre miliardi l’anno rispetto ai sette-otto spesi ogni anno per la misura varata del vecchio governo a cinquestelle. Un cambiamento sulla misura era nell’aria, fin dall’insediamento del governo Meloni. Ora l’esecutivo sembra pronto a prendere in mano una misura “migliorabile” e , appunto, migliorarla.

 

COSA CAMBIA

 

Una “concorrenza tra lavoro e Reddito di Cittadinanza” l’ha definito il Sottosegretario dell’Economia Federico Freni. Di certo, l’intenzione è di spazzare via il nome di quella misura tanto attaccata dall’odierna maggioranza. Ma come funziona il Mia? Intanto, secondo le anticipazioni sul provvedimento allo studio del ministero del Lavoro, i benefici del Mia dovrebbero essere diversi a seconda della situazione familiare, sia per importo che per durata. Nello specifico, potranno beneficiarne sia i cosiddetti occupabili che non, con queste differenze: tra i non occupabili rientrano le famiglie in cui c’è almeno un minorenne, un anziano over 60 o un disabile, mentre tra gli occupabili rientrano i nuclei familiari in cui c’è almeno una persona tra 18 e 60 anni. Ulteriore differenziazione vi sarà anche per gli importi: alle famiglie senza occupabili sarebbe destinato un importo più alto (di 500 euro di base) e per un periodo di tempo più lungo rispetto alle famiglie con componenti occupabili, che invece sono destinate un tetto massimo minore di quello attuale (375 euro al mese contro i 500 attuali) ed al massimo per un periodo di un anno (invece che 18 mesi). Ulteriore restringimento della platea, rispetto al RdC, verrà messa in atto con una diminuzione del tetto Isee per avere diritto al sussidio che dovrebbe scendere a 7.200 euro dai 9.360 attuali. Infine, per colmare quel gap con il mondo del lavoro, i beneficiari Mia occupabili non potranno rifiutare un’offerta di lavoro definita “congrua” o perderanno il sussidio. Quindi, a differenza dell’RdC basterà un solo rifiuto per non aver più diritto all’aiuto statale. E non solo, la prima richiesta avrà una durata massima di 12 mesi, per la seconda domanda la durata si dimezza a sei mesi e una eventuale terza richiesta di sussidio si potrà presentare solo dopo una pausa di un anno e mezzo di non recepimento della Mia.

 

I PROSSIMI PASSI

 

Il reddito di cittadinanza potrà essere chiesto fino al 31 agosto 2023 e comunque potrà essere erogato al massimo solo fino a fine anno.

Il decreto invece, che introduce la nuova misura, dovrebbe presto approdare in Consiglio dei ministri, forse già nei prossimi giorni, mentre il nuovo sussidio dovrebbe scattare subito dopo i sette mesi di proroga del Reddito di cittadinanza previsti dalla Manovra 2023. Il che significa che le prime domande per la Misura di inclusione attiva si potranno presentare da settembre, con le modalità che verranno definite nei prossimi mesi. Difatti, an cora quella del Mia è solamente una bozza, che sarà discussa e che potrebbe essere mdificata in una opiù delle sue parti. Nel frattempo opposizioni e sindacati non sembrano entusiasti di quanto emerge dalla nuova misura: per il segretario confederale della Uil, Domenico Proietti il Mia “non sembra rispettare l’esigenza del contrasto alla libertà”, mentre il Partito Democratico rivendica l’esistenza di una misura simile già dal 2016, ma “a destra c`è un grumo di contraddizioni, governare i problemi sociali è altro” ha detto la capogruppo Debora Serracchiani. Ancora in fasce, il Mia farà discutere. Intanto però si è compresa la nuova linea del governo.

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