Economia

Misure per i costi dell’energia, AssoESCo chiede modifiche al ddl

AssoESCo, l’Associazione di riferimento delle aziende italiane che promuovono, progettano, realizzano e facilitano gli interventi di efficienza energetica, ha partecipato al ciclo di audizioni presso le Commissioni Ambiente e Attività produttive della Camera dei Deputati nell’ambito dell’esame del ddl di conversione in legge del Decreto-Legge sulle misure urgenti per il contenimento dei costi dell’energia elettrica e del gas naturale, per lo sviluppo delle energie rinnovabili e per il rilancio delle politiche industriali.

L’Associazione, rappresentata dai vicepresidenti Luca Dal Fabbro e Simona Ferrari, ha presentato le proprie osservazioni in particolare sugli articoli 1, 4, 5 e 2 del provvedimento. In relazione all’articolo 1   sull’azzeramento degli oneri di sistema per il secondo trimestre 2022, ha evidenziato come il trasferimento degli oneri generali di sistema alla fiscalità generale comporti significative conseguenze per i progetti di efficienza energetica e di autoconsumo, sia in termini di redditività dei progetti in corso e sia di fattibilità di quelli futuri.

Tali conseguenze – viene rilevato -, potrebbero rendere insostenibile questa tipologia di investimenti e non sono adeguatamente considerate dall’attuale testo del decreto-legge. AssoESCo ritiene, pertanto, che soltanto l’introduzione di misure compensative, come ad esempio forme esplicite di incentivazione, possa garantire la sopravvivenza del settore e il conseguente raggiungimento degli obiettivi nazionali di riduzione dei consumi finali di energia.

Per quanto concerne gli articoli 4 sul contributo straordinario, sotto forma di credito di imposta, a favore delle Imprese energivore e 5 sul contributo straordinario, sotto forma di credito di imposta, a favore delle Imprese a forte consumo di gas naturale, AssoESCo accoglie favorevolmente la previsione di un credito di imposta al 15% per le imprese energivore ed autoproduttrici di energia al pari delle imprese energivore tout court.

Tuttavia, l’Associazione evidenzia anche l’importanza di estendere il credito d’imposta anche a imprese energivore che si approvvigionano di energia elettrica per mezzo di contratti di fornitura di tipo “Energy Performance Contract” (o similari), e cioè attraverso la fornitura diretta da parte di Soggetti terzi Produttori (quali ESCo o similari) per mezzo di unità di produzione collegate alla rete elettrica delle unità di consumo con linee dirette senza obbligo di connessione di terzi.

Poiché quest’ultima fattispecie non è appunto prevista dall’attuale testo del decreto-legge, il mantenimento dell’attuale formulazione, senza gli opportuni correttivi, provocherebbe un vuoto normativo e, conseguentemente, un iniquo discrimine dal rilevante impatto finanziario ai danni di una intera categoria di imprese.

Infine, con riferimento all’articolo 2 “Riduzione dell’IVA e degli oneri generali nel settore del gas”, AssoESCo ha proposto alle Commissioni della Camera di integrare la riduzione al 5% delle aliquote IVA relative alle somministrazioni di gas metano usato per combustione per gli usi civili e industriali anche agli strumenti contrattuali del servizio energia e del servizio energia plus. In base all’attuale formulazione del provvedimento, infatti, l’utente finale con contratto di servizio energia non beneficia dell’applicazione dell’aliquota del 5%, applicazione che avviene invece in caso di acquisto diretto di gas metano: gli utenti sarebbero pertanto stimolati a non stipulare più contratti di servizio energia o recedere dai contratti già stipulati.

Accanto a ciò, AssoESCo ha invitato i parlamentari ad estendere la riduzione al 5% delle aliquote IVA anche alle forniture di energia termica per il tramite di reti di teleriscaldamento. In questo modo, evidenzia l’Associazione, si eviteranno effetti negativi sulla competitività del mercato delle ESCo, sugli utenti finali e, in ultimo, sulla capacità del sistema dell’efficienza energetica di raggiungere gli obiettivi del PNIEC.