Esteri

Mosca accusa apertamente Kiev per la strage del Crocus City Hall

di Ernesto Ferrante -


L’attentato al Crocus City Hall di Mosca, che ha provocato la morte di 143 persone, è stato “preparato da fondamentalisti islamici”, ma è stato “permesso da servizi segreti occidentali”, oltre che da quelli ucraini, “collegati direttamente” al massacro. Lo ha detto Aleksandr Bortnikov, direttore dell’agenzia di intelligence russa Fsb nel corso di un’intervista rilanciata da Ria Novosti e da altre testate moscovite.

“Le prime informazioni ricevute dalle persone detenute in merito all’attentato terroristico confermano la traccia ucraina”, ha aggiunto Bortnikov. La Russia risponderà con misure di rappresaglia all’attacco, ha assicurato il capo dei servizi di sicurezza interni, citato dalla Tass. I risultati preliminari dell’inchiesta indicano un coinvolgimento degli Usa e della Gran Bretagna.

Il capo dei servizi segreti militari ucraini, Kirylo Budanov, è un obiettivo legittimo per le forze militari russe, così come ognuno che perpetra crimini contro la Federazione russa, ha avvertito il direttore dell’Fsb, sottolineando che l’Ucraina si preparava ad accogliere “come eroi” gli islamisti che hanno compiuto la strage. Secondo Aleksandr Bortnikov, “la parte ucraina ha svolto attività di formazione e addestramento dei militanti in Medioriente”. Una cosa non inusuale, visto il gran numero di cittadini di varie nazionalità che combattono dalla sua parte: “Si tratta di nazionalisti, mercenari e islamisti che, in linea di principio, il Paese invita a combattere sul fronte russo”.

Ci sarebbe lo zampino ucraino anche per il segretario del Consiglio di sicurezza nazionale russo, Nikolai Patrushev. Quando gli è stato chiesto dai giornalisti se dietro l’attentato ci fosse l’Ucraina o l’Isis, Patrushev ha risposto: “Certo, l’Ucraina”. Poche ore prima, il presidente russo Vladimir Putin aveva dichiarato che le autorità sanno che l’attacco è stato compiuto da islamisti radicali, ma che gli Usa, “attraverso diversi canali”, stanno cercando di “convincere tutti” che “non c’è traccia di Kiev”, evidenziando che è necessario stabilire chi sia il mandante.

La stessa tesi è stata sostenuta dal presidente della Duma, Vyacheslav Volodin. “I terroristi e coloro che stanno dietro di loro, ovvero il regime sanguinario di Ucraina, Washington e Bruxelles, sperano che attraverso tali attacchi terroristici potranno dividere la nostra società, seminare discordia, ostilità su base interetnica”, ha attaccato Volodin.

Ed è per questo, ha osservato, che “dobbiamo fare di tutto per impedire loro di raggiungere l’obiettivo. Dobbiamo fare tutto di affinché diventiamo ancora più forti”. L’aumento degli indizi di colpevolezza a carico degli ucraini, avvicina inevitabilmente l’escalation militare.

Rabbiosa la risposta ucraina. “Dopo la menzogna di Putin ora le menzogne vengono ufficialmente diffuse da Patrushev e poi dal capo dell’Fsb Bortnikov…Domanda: perché questa manifestazione dimostrativa di inadeguatezza collettiva?”, ha scritto su X il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak, dopo le accuse dei russi.

“Ci sono fatti inconfutabili, comprensione comune (in diversi Paesi) delle cause e delle conseguenze e completa incredulità anche da parte dei Paesi neutrali riguardo alla pista ucraina nell’attacco terroristico”, ha proseguito Podolyak.

Il presidente bielorusso Alexsander Lukashenko ha rivelato che gli attentatori in un primo momento avevano tentato di fuggire in Bielorussia, senza riuscirci a causa dei checkpoint. “E’ per questo che non potevano entrare in Bielorussia, se ne sono resi conto. Ecco perché si sono allontanati e sono andati nella zona del confine ucraino-russo”, ha spiegato Lukashenko.

Il tribunale distrettuale russo Basmanny di Mosca continua ad optare per le misure preventive. E’ stato arrestato Alisher Khatamovich Kasimov, ottavo imputato per il bagno di sangue del Crocus, che ha affittato l’appartamento ad uno dei suoi presunti autori tramite la piattaforma Avito. E’ stato il comitato investigativo della Russia a formulare la richiesta.


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