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Musk riabiliterà il profilo Twitter di Trump: “Bannarlo fu scelta stupida”

di Giovanni Vasso -

epa08855507 SpaceX owner and Tesla CEO Elon Musk arrives on the red carpet for the Axel Springer award, in Berlin, Germany, 01 December 2020. EPA/BRITTA PEDERSEN / POOL


E arriva il “mea culpa” dell’ex Ceo Jack Dorsey: “Fu una scelta commerciale sbagliata. No ai ban perpetui sui social”

Per Elon Musk, il “ban” a Donald Trump di Twitter è stato un provvedimento stupido attuato sulla base di una cattiva decisione ideale. E a sorpresa il reintegro dell’ex presidente Usa sulla piattaforma social riscuote anche il plauso di Jack Dorsey, il papà dell’Uccellino Blu che, tra l’altro, da Ceo del social si assunse la responsabilità di azzittire l’allora presidente Usa su Twitter.

Musk, che è entrato di prepotenza in Twitter acquisendola per una somma pari a circa 44 miliardi di dollari, ha intenzione di rivoluzionare tutto. Da mesi, ormai, conduce una battaglia contro l’ideologia woke, che egli stesso ha definito di estrema sinistra. I suoi twitt, inoltre, hanno colpito anche altre major digitali americane, su tutte Netflix, accusandole di contiguità con i fautori della cancel culture e dell’inclusione a tutti i costi.

Nella giornata di ieri, Elon Musk ha ribadito quello che si aspettavano tutti. E cioè che sarebbe stato stupido bannare Trump. Offrendogli, così, la possibilità di ritornare sul suo social preferito. Per fare questo, però, occorre che Musk completi l’acquisizione della società di Twitter. E c’è più di un’incognita che riesca a farlo almeno in tempi brevi. Fa resistenza, infatti, un fondo pensione di ex agenti di polizia che scartabellando tra le norme che regolano il mercato finanziario avrebbe trovato un escamotage per allungare a dismisura i tempi del passaggio di consegne.

Intanto la notizia della giornata è stata quella del mea culpa di Jack Dorsey. Che, all’epoca del “ban” a Trump avallò una decisione che finì per invelenire il già arroventato dibattito pubblico negli Stati Uniti. Il presidente uscente fu “silenziato” alla vigilia dell’inizio della campagna elettorale che poi avrebbe perduto contro Joe Biden. Per Dorsey, secondo quanto ha riportato Axios, quella fu una scelta presa per ragioni commerciali e fu sbagliata. Anche per lui l’estromissione totale e definitiva dalle piattaforme social è inappropriata.

Qualcosa sta cambiando, anche negli Stati Uniti.


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