Ambiente

Napoli, no al rigassificatore sul porto

di Angelo Vitale -


“Un’opportunità di sviluppo per il porto di Napoli”. Invece no. Edison e Kuwait Petroleum non potranno installare sul molo Vigliena del capoluogo campano, all’interno della Darsena Petroli, un deposito costiero di gas naturale liquefatto da 20 mila metri cubi fornito da navi metaniere e bettoline, che avrebbe stoccato il gas in un serbatoio verticale per consentirne il caricamento su autobotti, isocontainer e navi bettoline, prevedendo anche operazioni di bunkeraggio e di transhipment. Un progetto annunciato ufficialmente nel 2020 e avversato in maniera generalizzata in città. Dal Comune, dalla Regione, dalla Sovrintendenza, dall’autorità di porto, almeno più approfonditamente dall’attuale gestione in capo ad Andrea Annunziata. Ma innanzitutto dai cittadini, riuniti in associazioni e comitati, che si passano di mano in mano la copia del Decreto congiunto di Mase e Ministero della Cultura che boccia l’iniziativa. Potrebbe occuparsene il Tar o addirittura il presidente Sergio Mattarella: le due compagnie hanno 60 e 120 giorni per decidere un eventuale ricorso. Ignoti, nelle prime ore dalla decisione, i propositi di Edison e Q8 – che L’identità ha continuato a contattare, come sempre fatto fin dai mesi in cui ha rilanciato la vicenda – probabilmente alle prese con la lettura della corposa documentazione che il Mase ha pubblicato.
Ne emerge una bocciatura totale, che ampiamente condivide i pareri e le preoccupazioni che avevano avversato il progetto, arrivando ad utilizzare le stesse simulazioni fotografiche delle due compagnie per dire che il “bombolone” avrebbe deturpato da ogni vista, anche quella dei turisti a bordo dei bus, l’immagine del Golfo di Napoli. L’area è sottoposta a vincolo paesaggistico, confligge con l’iniziativa la pianificazione portuale e comunale. A poche centinaia di metri dal luogo che avrebbe ospitato il Deposito, il Forte di Vigliena che è monumento nazionale dal 1891, destinato a Museo della Rivoluzione napoletana del 1799. Non ci sarebbe stata forse una rivoluzione, con l’installazione del Deposito Edison e Q8 ma i cittadini in più occasioni in questi anni sono scesi in strada. “Ora – dice Vincenzo Morreale, uno di essi – decideremo come continuare la nostra battaglia contro il degrado dell’intera area”.
La ricetta per Napoli è contenuta nelle pieghe dell’intera documentazione che dice no alle compagnie petrolifere, laddove si fa ripetutamente riferimento ai propositi e ai piani, a partire dalla delocalizzazione degli impianti petroliferi da tutta la zona. Ciò che, va detto, ancora non è avvenuto se non in maniera assai parziale.
Intanto, le intenzioni del Governo Meloni sulla manovra per costruire rapidamente un concreto fabbisogno energetico appaiono sempre più evidenti. E continueranno ad impensierire gli italiani, compresi i napoletani, se dalle parole scritte in un Decreto si passerà ai fatti, con il favore delle grandi compagnie petrolifere che operano in Italia, a partire da quella di Stato.
E’ recente la notizia che il Decreto Alluvione prevede anche che “si semplifica la disciplina in materia di realizzazione di nuova capacità di rigassificazione nazionale e si qualificano come opere di pubblica utilità, indifferibili e urgenti, quelle a ciò finalizzate mediante unità galleggianti di stoccaggio e rigassificazione”. Opere di pubblica utilità indifferibili e urgenti, i rigassificatori in mare. Una mossa molto netta, simbolica del piglio che si vuole mantenere sulla questione energetica. Per fare presto.


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