Esteri

Nashville: la strage era stata pianificata Il killer e l’odio contro la sua vecchia scuola

di Martina Melli -


A Nashville, nel Tennessee, una ragazza di 28 anni ha fatto irruzione in una scuola cristiana privata, la Covenant School, ferendo a morte tre bambini e tre membri dello staff, prima di essere uccisa a sua volta dalle forze dell’ordine.
Audrey Elizabeth Hale, l’omicida che da qualche mese si identificava sui propri canali social con il pronome maschile, avrebbe deciso di colpire proprio la sua ex scuola cristiana per via della stretta affiliazione con la Chiesa presbiteriana di Covenant.
L’attacco, avvenuto nella mattinata di lunedì, era stato preparato da tempo, come testimoniano gli scritti e le mappe dettagliate dell’edificio e dei suoi protocolli di sicurezza trovate a casa della killer.
Il capo della polizia di Nashville, John Drake, ha detto che la Hale era “preparata per uno scontro con le forze dell’ordine” e “pronta a fare molte più vittime” prima di essere neutralizzata. Le sei persone rimaste uccise sono: Evelyn Dieckhaus, Hallie Scruggs e William Kinney, tutti e tre di nove anni; Cynthia Peak, insegnante supplente di 61 anni; Katherine Koonce, 60 anni; e Mike Hill, custode di 61 anni. Secondo una biografia pubblicata online dalla ex chiesa di Dallas, una dei tre bambini coinvolti, era Hallie Scruggs, figlia di Chad Scruggs, il pastore della Covenant Presbyterian Church.
L’ennesima sparatoria in una scuola americana, l’ennesimo massacro senza senso che fa tornare alla memoria la tragedia paradigmatica di Columbine del 1999, e rimette al centro della discussione le assurde policy sul possesso delle armi negli Stati Uniti.
Almeno due delle pistole utilizzate nella sparatoria infatti, erano state legalmente acquistate nell’area di Nashville. Joe Biden, che ha definito la vicenda “straziante”, ha ribadito al Congresso la necessità di approvare una significativa riforma del controllo delle armi, incluso un divieto su quelle d’assalto.
“Dobbiamo fare di più per fermare la violenza armata che lacera le nostre comunità”, ha dichiarato. “Sta strappando l’anima a questa nazione”. E ancora: “È giunto il momento di iniziare a fare qualche progresso in più”.
Secondo il Gun Violence Archive – che con “smass shooting” si riferisce a una sparatoria in cui almeno quattro persone vengono ferite o uccise, senza contare l’aggressore – quella della Covenant è stata la 131esima negli Stati Uniti dall’inizio di quest’anno.
In particolare, inoltre, di questi episodi collegati a scuole e college statunitensi – dal massacro della Columbine High School alla sparatoria di lunedì a Nashville – sono state 175 le persone rimaste uccise.
Tra i motivi principali, il maggiore possesso di armi degli americani rispetto al passato. Le vendite di fucili e pistole negli Stati Uniti hanno raggiunto la cifra record di 23 milioni nel 2020 – un aumento del 65% rispetto al 2019 – e sono rimaste elevate nel 2021. Jaclyn Schildkraut, direttore esecutivo ad interim del Regional Gun Violence Research Consortium presso il Rockefeller Institute of Government apartitico, sostiene inoltre che, tra le potenziali cause, ci sarebbe la cosiddetta “mascolinità tossica”: quasi tutti i fautori di questo tipo di omicidi infatti (circa il 98%) sono maschi.
“Se stiamo cercando di capire le cause profonde della violenza armata, dobbiamo iniziare a capire il motivo per cui le persone, come prima reazione alle problematiche, si muniscono di armi da fuoco per infliggere danno, indipendentemente dall’obiettivo di quel danno”, ha commentato Schildkraut.
Molti repubblicani stanno condividendo il proprio supporto alle famiglie coinvolte, raccogliendo centinaia di messaggi d’accusa.
Nel frattempo che Biden tenta di riaccendere il dibattito sul “guns ban”, le bandiere della Casa Bianca sventolano a mezz’asta in memoria delle sei vittime della Covenant School.

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