Attualità

Negozi spariti, città deserte: i dati choc Confcommercio

di Giovanni Vasso -


Negozi spariti, città deserte. Il commercio non è più a misura d’uomo: in dieci anni hanno chiuso ben 118mila negozi e sono scomparsi poco meno di 23mila ambulanti. In pratica, dal 2012 al 2024, abbiamo perduto più di un quinto delle attività a sede fissa (-21,3%) e quasi un quarto di bancarelle e banconi (-24,4%). I numeri diffusi dal report dell’Ufficio Studi Confcommercio sono il riassunto di un salto di paradigma o, se preferite, di una catastrofe epocale. Le perdite maggiori, in questi dodici anni, si sono registrate là dove non te le aspetteresti: al Nord e nei centri storici delle grandi (e medie) città. La desertificazione dei negozi si accompagna a quella degli sportelli bancari: -35,5%, 2.853 sportelli e filiali spariti nelle app. Il destino di attività di prossimità e degli uffici bancari è stato simile: entrambi, infatti, è stato segnato dall’irruzione nella nostra vita del digitale. App e smartphone, e-commerce e home-banking hanno finito per dilapidare un patrimonio di attività che rendevano le città vive. Oggi, invece, è solo una lunga e disperata sequela di tristi cartelli “affittasi”. Il turismo non è riuscito a sostituire in tutto le perdite. Bar, ristoranti e alberghi rappresentano le uniche attività cresciute, di numero, in questi anni. Ma si tratta di una crescita che, in termini percentuali, non è manco paragonabile alle perdite subite: +5,8% per un aumento dell’occupazione settoriale che ha premiato gli stranieri (+41,1%) piuttosto che gli italiani (+3,1%). È un colpo al cuore, infine, notare un altro dato tristissimo: il settore merceologico più colpito dalle chiusure è stato quello dei negozi di libri e giocattoli (-36,5% in pratica ne è chiuso più di uno su tre) e mobili (-34,8%). Le città si spopolano, di negozi e di figli.


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