Cultura & Spettacolo

Nel libro “Riace” pubblicato da Mimesis Edizioni Un modello di convivenza pacifica e plurale

di Redazione -


“Le leggi devono essere sempre rispettate, anche quando ingiuste, oppure la disobbedienza civile può ancora incidere sulla nostra società?”, e ancora “Fino dove può spingersi l’applicazione non letterale di una norma senza cadere nell’accusa di disubbidienza civile?”. A queste domande cerca di dare risposta il libro “Riace. Musica per l’umanità”, a cura della docente, giornalista e scrittrice Laura Tussi e di Fabrizio Cracolici, ricercatore di storia contemporanea e presidente ANPI di Nova Milanese (Mimesis Edizioni, pag. 116, Euro 10,00) attraverso le “vicende” che hanno portato alla trasformazione della cittadina di Riace, in provincia di Reggio Calabria, grazie all’opera del proprio sindaco Domenico Lucano, detto Mimmo classe 1958, da borgo noto per l’avvenuto rinvenimento nel 1972 nelle sue acque di due statue virili greche in bronzo, i “Bronzi di Riace”, in modello di convivenza tra popoli, religioni e usi diversi nel nome dell’accoglienza e della solidarietà da valorizzare come idea di un futuro a dimensione umana portando sul terreno della politica l’attenzione sulle problematiche sociali, economiche e culturali connesse all’immigrazione.

Il sistema d’accoglienza, definito dalla stampa “Modello Riace”,  messo in pratica nei tre mandati da sindaco (dal 2004 al 2018) da Mimmo Lucano, è stato sviluppato, nel corso degli anni, attraverso l’adesione al sistema SPRAR e all’ottenimento e utilizzo di fondi regionali o mutui per la ristrutturazione delle case dismesse dove ospitare e accogliere rifugiati e richiedenti asilo che, attraverso le associazioni, sono stati inseriti nel sistema sociale e produttivo del Comune attraverso laboratori dove venivano “riscoperte” e riavviate attività artigianali di tessitura, di lavorazione del vetro, di confettura. Mescolando i 1800 abitanti calabresi ai circa 450 tra rifugiati e migranti nelle attività lavorative è stato possibile far “rinascere”il piccolo villaggio ionico.

Il “perché” Riace è diventato un simbolo non solo per l’Italia ma per l’intera Europa è spiegato, nell’intervista riportata nel libro, dallo stesso Mimmo Lucano che sottolinea: “Perché Riace non è una teoria, è una storia vera. Fatta di persone, uomini, donne, bambini. Di persone che hanno cercato di creare una comunità globale e che hanno dimostrato che la convivenza tra esseri umani che provengono da luoghi diversi e con diverse etnie e religioni è possibile. E che insieme è meglio”.

Il suo modo di gestire l’emergenza migranti è stato, però, considerato anomalo dal prefetto di Reggio Calabria e, accusato di truffa e concussione, il 3 ottobre 2018 Mimmo Lucano è stato  sospeso dalla carica di sindaco e messo agli arresti domiciliari con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e illeciti nell’affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti  mentre sono state dichiarate infondate le accuse di concussione, truffa allo stato e abuso d’ufficio.

L’11 aprile 2019 Mimmo Lucano è stato rinviato a giudizio per abuso d’ufficio e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e il 12 aprile 2019  indagato, insieme ad altre nove persone, per truffa e falso in relazione alla gestione dei migranti. Nel dicembre dello stesso anno riceve un altro avviso di garanzia in relazione al rilascio di documenti d’identità a immigrati ospiti nei centri di accoglienza. Il 9 giugno 2020 il Consiglio di Stato ha “riconosciuto il valore del modello di integrazione” posto in essere da Mimmo Lucano sottolineando “che il ‘modello Riace’ fosse assolutamente encomiabile negli intenti ed anche negli esiti del processo di integrazione è circostanza che traspare anche dai più critici tra i monitoraggi compiuti”. 

Attraverso le considerazioni di alcune delle figure che negli ultimi anni si sono contraddistinte per il loro impegno civile – Alex Zanotelli (Per un’utopia possibile), Vittorio Agnoletto (Il diritto di emigrare è antico come la storia dell’umanità), Fabrizio Cracolici e Laura Tussi (“Lettera alla nostra comune umanità” e “Siamo tutti Premi Nobel per la Pace con ICAN”), Adelmo Cervi (La Costituzione dell’umanità proclama il diritto alla libertà di movimento), Alessandro Marescotti (Al razzismo e all’intolleranza noi rispondiamo no), Moni Ovadia (Mentsch), Gianmarco Pisa (A partire da Riace: una riflessione su educazione, lavoro, intercultura) e le interviste rilasciate ai curatori del libro, oltre che da Mimmo Lucano (Una splendida utopia), da Marino Severini (Per un nuovo umanesimo), Daniele Biacchessi (La memoria verso il futuro), Gianfranco D’Adda con Renato Franchi (Un senso al “Fare musica”), Agnese Ginocchio  (La pace passa dal quaderno pentagrammato) e Alfonso Navarra (Il nuovo umanesimo è la nonviolenza efficace) – il libro “Riace. Musica per l’umanità” analizza gli intenti alla base delle scelte di Mimmo Lucano finalizzate alla volontà di riportare al centro l’attenzione per l’uomo, troppo spesso sostituita da una società sempre più economico centrica, per rilanciare i valori basilari della convivenza civile. Perché essere umani significa essere pronti ad instaurare una relazione anche con chi è diverso da noi, avere la capacità di mettersi nei panni di chi dall’oggi al domani ha perso tutto per capire cosa significhi essere un rifugiato e perché è necessario acquisire la consapevolezza che non ci si salva a scapito degli altri ma insieme se vogliamo veramente costruire una nuova umanità che possa concretizzarsi in una società più giusta, in una comunità più inclusiva e perciò più sicura.

Vittorio Esposito

 


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