Per Abbonati

Nel regno sommerso di Moby Dick

di Giada Balloch -


di GIADA BALLOCH

Nelle profondità dell’oceano, Moby Dick regna sovrano, mentre i capodogli sono guardiani di un mondo segreto e immenso, intrecciando il destino dei marinai con le loro leggende ancestrali. I misteriosi abitanti degli abissi continuano ancora oggi a suscitare meraviglia e curiosità negli studiosi di mammiferi marini di tutto il pianeta. Appartengono alla famiglia degli odontoceti e sono i più grandi esseri dentati viventi, con gli adulti che possono raggiungere una lunghezza media di 15-18 metri e un peso di circa 40-50 tonnellate. I denti possono raggiungere una lunghezza di 20 centimetri e vengono utilizzati per combattere tra di loro e per catturare prede come calamari e pesci. Per ricercare il cibo sono veri e propri campioni di immersione, in grado di raggiungere profondità impressionanti fino a 3000m. Hanno sempre catturato l’attenzione dell’immaginario collettivo grazie al loro fascino unico. L’opera letteraria “Moby Dick” di Herman Melville, pubblicata nel 1851, ha contribuito a consolidare la fama di questi cetacei. Il romanzo, narra la storia del capitano Ahab e della sua ossessione per la balena bianca che gli ha strappato la gamba. Questo classico riflette la potenza e la maestosità di queste creature marine. Quello che non molti sanno però è che in realtà l’animale altro non era che un capodoglio. È infatti importante sottolineare che sono molto diversi dalle altre balene, sia per le loro caratteristiche fisiche che per il loro comportamento sociale. Una delle differenze più evidenti tra i capodogli e le altre balene è la forma della loro testa. Mentre la maggior parte ha una testa relativamente piccola rispetto al corpo, i capodogli presentano una capo massiccio e squadrato che rappresenta circa un terzo della loro lunghezza totale. Questa testa imponente ospita il celebre spermaceti, una sostanza oleosa di colore bianco giallastro che si trova all’interno del cranio. Il prezioso olio ha reso questi animali a lungo oggetto di caccia dei balenieri. Tra le sue diverse funzioni troviamo la regolazione della galleggiabilità e la creazione di suoni tipici per l’orientamento. Altro elemento distintivo è il loro complesso sistema di comunicazione. Essi utilizzano una vasta gamma di suoni, tra cui clic e fischi, per comunicare tra loro e navigare nel vasto ambiente oceanico. Questi suoni, emessi attraverso una cavità nella testa chiamata “melon”, possono essere uditi a grandi distanze e consentono loro di coordinarsi durante la caccia al cibo o di avvisarsi reciprocamente dei pericoli. Questa sofisticata forma di comunicazione è una delle ragioni per cui sono considerati animali estremamente intelligenti e sociali.
Parlando di intelligenza, i capodogli si distinguono anche per le loro abilità cognitive. Studi condotti sugli esemplari in cattività hanno dimostrato la loro capacità di apprendimento, risoluzione dei problemi e cooperazione. Molti ricercatori li considerano come una delle specie animali più intelligenti in assoluto. La loro presenza negli oceani è essenziale e continua a ispirare i biologi marini a scoprire sempre più informazioni su di loro.


Torna alle notizie in home