Cultura & Spettacolo

Nelson Mandela Il colore della libertà

di Redazione -


di BENEDETTA BASILE
L’11 febbraio del 1990 tornò libero dopo 27 lunghi anno di carcere Nelson Mandela.
“Amici, compagni, fratelli sudafricani vi saluto in nome della pace della democrazia e della libertà! Sono qui davanti a voi non come profeta, ma come vostro umile servitore. E’ per i vostri instancabili, eroici sacrifici che oggi posso essere qui e quindi pongo nelle vostre mani gli anni che mi restano da vivere”.
Queste sono alcune delle parole che pronunciò l’uomo simbolo dell’Africa contemporanea all’immensa folla che si radunò alla Grand Parade, la piazza del municipio di Capetown, esattamente 33 anni fa e con cui mise la parola fine alla sua prigionia di 10 mila giorni.
In occasione di quel discorso Mandela salutò e ringraziò tutti coloro che avevano sostenuto la sua liberazione: l’African National Congress (ANC), di cui fece parte dal 1944 e di cui di lì a breve sarebbe diventato Presidente, l’Umkhonto We Sizwe, la struttura militare dell’ANC, il Consolato, il Congresso dei sindacati sudafricani, l’MDM, il Movimento di massa democratico, il Sindacato nazionale degli studenti africani e il Black Sash, un gruppo di donne politicizzate.
Nelle parole del suo discorso c’era una promessa solenne: l’apartheid avrebbe avuto vita breve e, in effetti, così fu.
Nelson Rolihlahla Mandela nacque il 18 luglio 1918 a Umtata nel villaggio di Mvezo, che allora era considerato parte della provincia del Capo in Sudafrica.
All’età di 22 anni avrebbe dovuto sposarsi con una ragazza scelta dalla tribù Thembu Dalindyebo, decise così, insieme al cugino Justice a cui sarebbe toccata la stessa sorte, di scappare in direzione Johannesburg. Iniziò a studiare legge alla University College of Fort Hare, ma fu coinvolto nell’opposizione al minoritario regime sudafricano che negava i diritti politici, sociali e civili alla maggioranza nera sudafricana, e ciò gli costò l’espulsione all’istituzione accademica.
Tuttavia in seguito riuscì a laurearsi presso Fort Zare nel 1943.
Nel 1942 sì unì all’African National Congress e due anni dopo entrò nel Comitato centrale delle lega giovanile.
Dopo la vittoria elettorale nel ’48 del Partito Nazionale, che sosteneva una politica pro-apartheid di segregazione razziale, due anni dopo entrò nell’esecutivo dell’African National Congress e quello stesso anno venne eletto Presidente nazionale della sua Lega giovanile.
Nel 1952 Mandela si distinse nella campagna di resistenza ed ebbe un’importante ruolo nell’assemblea popolare del ’55, in cui venne istituito il programma anti-apartheid con la “Carta della Libertà”.
Il 5 dicembre 1956 fu arrestato insieme ad altre 150 persone con l’accusa di tradimento, ma nel 1961 tutti gli imputati furono assolti.
L’anno dopo, però, fu nuovamente condannato a 5 anni di carcere per aver organizzato manifestazioni di protesta e per essere uscito dal paese senza il permesso delle autorità.
Nel corso della sua prigionia la polizia arrestò anche importanti capi dell’ANC con l’accusa di alto tradimento.
Mandela fu coinvolto anche in questo processo e, insieme ad altri, condannato all’ergastolo. Nei successivi 26 anni Nelson Mandela fu sempre più coinvolto nell’opposizione all’apartheid, di cui divenne un simbolo a livello globale e lo slogan “Nelson Mandela libero” fu acquisito dalle campagne anti-apartheid di tutto il mondo.
Le continue proteste dell’African National Congress e le pressioni di tutti i maggiori capi di stato costrinsero il Presidente sudafricano F. W. De Klerk a scarcerarlo l’11 febbraio 1990. Allora Mandela aveva 71 anni. Durante la sua detenzione lesse molti testi, poemi, poesie e libri in afrikaner e inglese, come lui stesso raccontò.
A catturate in particolare modo la sua attenzione fu una poesia dello scrittore britannico William Ernest Henley, intitolata “Invictus”, ovvero invincibile. A questo testo si deve la sopportazione e la resistenza di Mandela durante i 27 lunghi anni di prigionia.
“Invictus” è anche il titolo del film del 2009 diretto da Clint Eastwood e ispirato al libro “Ama il tuo nemico – Playing the Enemy: Nelson Mandela and the Game that Made a Nation” di John Carlin. Nelson Mandela è appunto il protagonista della pellicola e viene interpretato dal fuoriclasse del cinema Morgan Freeman.

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