Politica

Nencini (Psi): “Schlein? Assicurazione gratuita sulla vita di Meloni”

di Edoardo Sirignano -

RICCARDO NENCINI SENATORE


di EDOARDO SIRIGNANO

“Schlein è l’assicurazione sulla vita gratuita della Meloni. Non riesco a comprendere, avendo vissuto dall’esterno la nascita del Pd e la sua evoluzione, il tentativo di costruire una natura esageratamente populista. Le grandi comunità, come l’Italia, non si governano con forme di massimalismo”. A dirlo il senatore Riccardo Nencini, membro della direzione nazionale del Psi.

Schlein a Ventotene parla di Europa a rischio. I nazionalismi rappresentano davvero un pericolo?

Non c’è dubbio. Il nazionalismo è una delle due facce dell’idea di nazione, meglio ancora quella sbagliata. Stiamo parlando di un qualcosa che nasce nella cultura europea tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento. Ancora oggi, però, miete qualche vittima.

È giusto, quindi, accusare Meloni di nazionalismo oppure no?

Meloni e Fratelli d’Italia sono stati fieramente nazionalisti fino a non molti mesi fa. Una volta che Meloni è diventata presidente del Consiglio, invece, ha cominciato a modificare la rotta della propria nave. È diventata più europeista. Dichiara di non essere più contrario all’euro, tutte cose che invece declinava nel recente passato. Ricordo bene le precedenti campagne elettorali. Bisogna capire, adesso, se si tratta di una revisione ideologica vera o di semplice tattica. La premier mi sembra abbastanza sincera. Non penso, invece, dire lo stesso di un bel pezzo del mondo che la sostiene.

Si vocifera di un’alleanza in Europa tra popolari e conservatori. È possibile?

Dal punto di vista degli ideali, non mi sembra naturale. Abbastanza improbabile! La politica, però, ci ha abituato a vedere realizzarsi cose impossibili.

L’Ue, però, fino a questo momento è stata governata dalla solida alleanza tra Ppe e socialisti. Allargare il campo ai conservatori conviene?

Se il Ppe dovesse aprirsi in maniera definitiva a leghisti, Le Pen e quant’altro, i socialisti dovrebbero raggiungere un’intesa con le culture liberal-democratiche che ci sono in Europa, a cominciare da quanto viene rappresentato da Macron. Una cosa era il partito della Merkel, di Kohl, Schuman e Spaak. Altra cosa, invece, è quello che vuole fare accordi con i conservatori. Non mi siederei mai a quel tavolo. Bisogna, a mio parere, evitare minestroni che non hanno giustificazioni né ideali, né strategiche.

È disposto, invece, a sedersi allo stesso tavolo di Meloni?

Assolutamente no! Sarei disposto, invece, a confrontarmi con Meloni. Se sono all’opposizione in Italia, non posso fare accordi in Europa.

Cosa ne pensa delle ultime dichiarazioni di Tajani. Qualcuno ha ipotizzato una rottura all’interno della maggioranza. È davvero così?

Ha espresso l’opinione del corpo maggioritario di Forza Italia e del suo vecchio leader. Detto ciò, non vedo problemi nel governo. Penso, piuttosto, che i partiti, siccome s’avvicinano le elezioni e voteremo col proporzionale, tendono a tenere alti i loro vessilli, gonfaloni. Qualcuno sta applicando semplicemente gli insegnamenti del politologo La Palombara. Non vedo, comunque, problemi strategici per la maggioranza, anche perché c’è un oppositore molto debole.

Che idea ha del Pd di Schlein?

È l’assicurazione sulla vita gratuita della Meloni. Non riesco a comprendere, avendo vissuto dall’esterno la nascita del Pd e la sua evoluzione, il tentativo di costruire una natura esageratamente populista. Le grandi comunità, come l’Italia, non si governano con forme di massimalismo.

L’accordo con Conte non funziona?

Non mi sembra proprio.

C’è, invece, spazio per un Terzo Polo?

Il Terzo Polo è auspicabile. Italia Viva, Azione, +Europa e socialisti devono collaborare, altrimenti è difficile che la sinistra italiana sia competitiva. Le gambe della sinistra sono sempre state due. Quando una si è rotta, la sinistra è stata sconfitta o peggio ancora è scomparsa.

Nel campo riformista può collocarsi anche Forza Italia?

Vedo spazio per quella parte dell’elettorato di Forza Italia che vede con interesse cosa si muove nel centrosinistra. Stiamo parlando di partiti altamente riformisti. Io e la Bonino che non siamo certamente moderati di centro. Abbiamo, però, una visione riformatrice della società.


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