Nepal: si è dimesso il premier Kp Sharma Oli
I manifestanti hanno dato fuoco Parlamento
Il primo ministro del Nepal, Kp Sharma Oli, ha rassegnato le dimissioni in seguito alle proteste di piazza contro la corruzione ed il blocco dei social che stanno scuotendo il Paese. Il gesto sarebbe stato dettato dalla volontà di “aprire la strada a una soluzione costituzionale dell’attuale crisi”.
Cosa lo ha spinto a gettare la spugna
Kp Sharma Oli ha maturato la decisione dopo ore di tensione e scontri a Kathmandu e in altre città, dove sono state vandalizzate le residenze di diversi politici, tra cui quelle dello stesso Oli e dell’ex capo del governo, Sher Bahadur Deuba, oltre alle sedi di partiti. I cortei sono stati duramente repressi dalla polizia. Il pugno duro degli agenti ha causato almeno 19 morti e centinaia di feriti.
Migliaia di manifestanti nepalesi scesi in piazza oggi per il secondo giorno per protestare contro la repressione della polizia, costata la vita a 19 persone, e il blocco dei social hanno dato fuoco Parlamento. Lo ha riferito all’Afp il portavoce dell’assemblea, Ekram Giri, secondo cui “hanno appiccato l’incendio all’edificio principale”.
Ue e Onu chiedono di far luce sulle violenze in Nepal
“L’Ue esprime profondo rammarico per le morti e la violenza delle manifestazioni in corso in Nepal. Le uccisioni dovrebbero essere oggetto di un’indagine indipendente. L’Ue invita alla moderazione e chiede alle autorità di adottare tutte le misure necessarie per proteggere le vite umane”, nonché al “dialogo tra tutte le parti per risolvere le divergenze e per garantire che tutti i diritti fondamentali siano rispettati”. A dichiararlo è un portavoce del Servizio di azione esterna dell’Unione europea in un comunicato.
Le Nazioni Unite hanno sollecitato un’inchiesta rapida e trasparente sulla repressione delle manifestazioni di protesta per la messa al bando in Nepal di social media come Facebook, Instagram e X. “Siamo scioccati per le uccisioni e i ferimenti dei manifestanti in Nepal e sollecitiamo un’indagine tempestiva e trasparente”, ha detto Ravina Shamdasani, portavoce dell’ufficio Onu per i diritti umani.
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