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Nestlé annuncia 16mila licenziamenti

Il nuovo Ceo: "Il mondo sta cambiando" ma a pagare sono sempre i lavoratori

di Maria Graziosi -


“Il mondo sta cambiando”, ha detto il Ceo di Nestlé: ma una cosa non cambia mai, a pagare sono sempre i lavoratori, pure quelli della multinazionale svizzera, che rischiano 16mila licenziamenti. “Dobbiamo crescere”, ha detto Philipp Navratil. Il nuovo manager che si presenta al timone del colosso dell’agroalimentare impugnando le forbici: “La crescita reale interna è per noi una priorità assoluta”. Tanto pagano i lavoratori.

Nestlé annuncia 16mila licenziamenti in due anni

“Il mondo sta cambiando e Nestlé deve cambiare più rapidamente. Questo comporterà l’adozione di decisioni difficili ma necessarie per ridurre l’organico nei prossimi due anni”, ha annunciato il ceo Philipp Navratil. “Lo faremo con rispetto e trasparenza. Oltre ad altre misure, stiamo lavorando per ridurre sostanzialmente i nostri costi e oggi stiamo aumentando il nostro obiettivo di risparmio a 3 miliardi di franchi svizzeri entro la fine del 2027”. Ma non basta: “Le azioni che stiamo intraprendendo garantiranno a Nestlé il futuro come leader nel nostro settore. Nel complesso, ci consentiranno di migliorare la nostra performance complessiva e di generare valore per gli azionisti”.

Poi striglia (ancora) i lavoratori

Navratil non vuol sentire altro che cultura del lavoro specialmente dopo aver annunciato 16mila licenziamenti nella forza lavoro di Nestlé. Ha detto che intende vedere “una cultura orientata al rendimento, che non accetti la perdita di quote di mercato e premi il successo”. E che ciò include anche “maggiore ambizione” nel campo delle innovazioni. La solita storia. I manager tagliano, gli azionisti si convincono che il risparmio sarà ulteriore guadagno, pagano i lavoratori. Ma, esattamente, dove è che “il mondo sta cambiando”?


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