Esteri

Niger: revocata l’immunità all’ambasciatore francese

di Ernesto Ferrante -


Il Consiglio nazionale per la salvaguardia della patria (Cnsp), che ha assunto il potere in Niger con il golpe di fine luglio, ha annunciato la revoca dell’immunità diplomatica per l’ambasciatore francese Sylvain Itté, una volta scaduto il termine a lui concesso per lasciare il paese, e ordinato alle forze di sicurezza di “procedere alla sua espulsione”.
“La questione dell’approvazione dell’ambasciatore francese è irrevocabile e qualsiasi osservazione al riguardo è irricevibile”, ha affermato il ministero degli Esteri nigerino prima di rendere noto che Itté “non gode più dei suoi privilegi e delle sue immunità”.
“I documenti diplomatici e i visti dell’interessato e dei membri della sua famiglia sono stati annullati. I servizi di polizia hanno l’ordine di procedere alla loro espulsione”, ha precisato il Ministero.
Il ministero degli Esteri francese ha replicato che la giunta non ha alcuna autorità per espellere gli ambasciatori. Parigi non riconosce infatti i militari come leader legittimi.
La comunicazione ufficiale arriva dopo che il presidente francese Emmanuel Macron ha assicurato lunedì che Parigi non rispetterà l’ordine di espulsione della giunta che, davanti a 20mila persone radunate la settimana scorsa nello stadio Seyni Kountché della capitale nigerina Niamey, aveva anticipato il provvedimento.

Il Niger espelle l’ambasciatore francese

“La lotta non si fermerà fino al giorno in cui non ci saranno più soldati francesi in Niger”, aveva assicurato alla folla in visibilio il colonnello Ibro Amadou, membro del Cnsp.
Del paese africano si sta discutendo anche al vertice informale tra i ministri degli esteri dell’Unione europea che si sta tenendo a Toledo. A quanto si apprende, sulla paventata adozione di sanzioni, si è registrata una certa cautela. La maggioranza dei partecipanti è orientata a favorire una soluzione negoziata della crisi e a scongiurare l’opzione armata.
A favore delle sanzioni si sono espresse Francia e Germania ed una proposta in questa direzione è arrivata dall’Alto Rappresentante per la politica estera dell’Unione Europea, Josep Borrell.
“Valuteremo. Ripeto dobbiamo trovare una soluzione diplomatica che non appaia una scelta anti-africana”, ha dichiarato il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani.
“Abbiamo apprezzato molto le proposte di mediazione algerina sempre a difesa della democrazia”, ha evidenziato Tajani, sottolineando come “una situazione di instabilità e, peggio ancora, un intervento militare creerebbe nuove implicazioni e aumenterebbero i flussi migratori dal sud”.
Tuttavia è proprio di queste ore la notizia che truppe senegalesi si starebbero preparando ad essere schierate in Benin per un intervento in Niger sotto l’egida della Comunità economica degli stati dell’Africa occidentale (Ecowas), stando a quanto riferiscono i media locali.
Il governo del Burkina Faso ha approvato un disegno di legge che consente l’invio di un contingente militare nel territorio nigerino, tenendo fede al patto di “assistenza reciproca in materia di difesa e sicurezza in caso di aggressione o attacco terroristico”.
“Senza essere aggressivi bisogna dire che questo impegno viene preso per prevenire e condurre al meglio la nostra lotta contro il terrorismo e per rispondere alle aspirazioni della popolazione del Burkina Faso – ha precisato il ministro della Difesa, Kassoum Coulibaly – Quello che riguarda la sicurezza del Niger riguarda fondamentalmente la sicurezza del Burkina Faso”.

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