No Giunta sul caso Almasri per Nordio, Piantedosi e Mantovano
Respinta la richiesta di autorizzazione a procedere con 13 voti contro 6
L'aula della Camera dei Deputati durante le dichiarazioni di voto del ddl in materia di economia dello spazio, Roma, 06 marzo 2025. ANSA/ANGELO CARCONI
La Giunta per le autorizzazioni della Camera ha respinto oggi, con 13 voti contro 6, la richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti dei ministri Carlo Nordio (titolare della Giustizia) e Matteo Piantedosi (titolare dell’Interno) e del sottosegretario Alfredo Mantovano per il caso Almasri.
No Giunta sul caso Almasri per Nordio, Piantedosi e Mantovano
La richiesta, avanzata dal relatore Federico Gianassi del Pd, puntava a consentire il processo per la scarcerazione e il successivo rimpatrio di Osama Njeem Almasri, il generale libico arrestato in Italia ma liberato con modalità controverse nonostante un mandato della Corte penale internazionale che lo indicava come criminale di guerra.
La posizione del centrodestra
La maggioranza di centrodestra in Giunta ha ritenuto invece che l’azione dei ministri e del sottosegretario sia stata compiuta nell’interesse dello Stato, per tutelare la sicurezza nazionale, gli italiani in Libia e le istituzioni italiane presenti lì. Il voto finale sulla vicenda in Aula è previsto per il 9 ottobre, ma un ribaltamento della decisione appare improbabile.
Le polemiche delle opposizioni, il caso Bartolozzi
La decisione del “no” della Giunta ha suscitato forti polemiche e dure reazioni da parte del Pd e di esponenti della sinistra, che accusano il governo di opportunismo politico e di avere minato la credibilità internazionale dell’Italia cedendo a pressioni esterne.
Il relatore Gianassi ha definito il rimpatrio di Almasri “un calcolo politico censurabile” e ha chiesto che il Parlamento autorizzi il processo per omissione di atti d’ufficio, concorso in favoreggiamento e peculato riguardo al caso.
Il centrodestra, in risposta, ha invece difeso i ministri accusando l’opposizione di politicizzare la vicenda e di non riconoscere il quadro delle responsabilità nell’ambito della tutela della sicurezza nazionale.
La capo gabinetto del ministero della Giustizia, Giusi Bartolozzi, indagata per false informazioni nella stessa vicenda, non beneficia invece della stessa protezione parlamentare e sarà oggetto di ulteriori valutazioni da parte della Giunta.
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