No money no war. Così gli Usa scaricano Zelensky
GOP e “dem” litigano, ma a piangere è Zelensky. I fondi per sostituire le armi che gli Stati Uniti hanno inviato all’Ucraina stanno per finire. Il Pentagono ha avvertito il Congresso che la Difesa è già stata costretta a rallentare le forniture di mezzi ad alcuni reparti.
Nella lettera inviata dal sottosegretario alla Difesa Michael McCord ai leader di Camera e Senato, è scritto che sono rimasti a disposizione solamente 1,6 miliardi di dollari dei 25,9 messi a disposizione nell’ambito della Ukraine Security Assistance Initiative per l’acquisto di armamenti.
Immediata la reazione più “scenica” che di sostanza di Joe Biden: “Non possiamo in nessun caso permettere che venga interrotto il sostegno americano all’Ucraina. Sono in gioco troppe vite, troppi bambini e troppe persone”.
“Mi aspetto che lo speaker della Camera e la maggioranza dei repubblicani al congresso mantengano il loro impegno per garantire il passaggio del sostegno necessario per aiutare l’Ucraina a difendersi dall’aggressione e dalla brutalità russa”, ha aggiunto il presidente, sottolineando che gli Stati Uniti sono una “nazione indispensabile nel mondo”.
La Casa Bianca è in contatto con gli alleati occidentali per garantire un ulteriore supporto agli ucraini, dopo che il Congresso americano ha bloccato lo stanziamento di sei miliardi di dollari a loro destinati. Lo ha annunciato la portavoce Karine Jean Pierre nel briefing quotidiano con i media, provando a minimizzare le ricadute dell’aspro scontro sul bilancio pubblico statunitense tra repubblicani e democratici che si è concluso con un compromesso provvisorio anti-shutdown senza nuove risorse per Kiev.
Le elezioni presidenziali si avvicinano e l’avversione sempre più marcata dell’elettorato per degli esborsi finalizzati ad alimentare una guerra ritenuta lontana e dannosa, hanno indotto le due “fazioni politiche” a fare delle riflessioni anche di tipo utilitaristico. Che lo scontro sia stato reale o finto, fatto sta che si è chiuso con un restringimento dei cordoni della borsa. La lenta controffensiva ucraina potrebbe definitivamente arenarsi.
Le autorità russe hanno accusato di “terrorismo” i vertici militari ucraini per gli attacchi con droni sferrati contro il territorio russo dall’inizio delle ostilità. Tra gli imputati, secondo il comitato di inchiesta di Mosca, figurano il capo dei servizi segreti ucraini Kiril Budanov, il comandante dell’aeronautica militare Nikolai Oleshchuk, il comandante della marina Alexei Neizhpapa e il comandante del reggimento droni, Sergei Burdeniuk.
Su Telegram, l’organismo ha reso noto che “continua ad indagare su casi relativi ad attacchi terroristici con dispositivi aerei senza pilota contro infrastrutture civili nel territorio della Russia” e che le indagini hanno già prodotto “prove sufficienti” circa il ruolo degli imputati in “più di cento attentati” tra aprile 2022 e settembre 2023. Il comitato ha presentato accuse penali in contumacia contro il capo dell’intelligence militare ucraina Kirilo Budanov e diversi altri comandanti militari, inserendo i loro nomi nella lista dei ricercati.
Zelensky accelera il passo verso l’Ue. “Il nostro obiettivo principale in termini di integrazione è quello di prendere una decisione quest’anno sull’avvio dei negoziati per l’adesione dell’Ucraina all’Unione europea”, ha affermato nel suo consueto discorso serale ripreso da Ukrinform.
“Sappiamo tutti che è solo questione di tempo prima che l’Ucraina diventi membro dell’Ue – ha proseguito -. E oggi ho sentito ancora una volta durante le riunioni e i negoziati che ciò è assolutamente possibile. L’Ucraina adempirà sicuramente la sua parte di lavoro: sette raccomandazioni della Commissione europea”.
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