Esteri

Noi, la guerra e il fattore Xi

di Ernesto Ferrante -

Xi JINPING (President of the People's Republic of China)


Tre militari russi sono morti dopo essere stati colpiti dai detriti di un drone ucraino che aveva attaccato la base aerea di Engels, nei pressi di Saratov, a circa 500 km a nord-est del confine con l’Ucraina. Il ministero della Difesa di Mosca, citato dal quotidiano Kommersant, ha spiegato come le difese aeree hanno abbattuto l’aeromobile nemico che volava a bassa quota intorno alle 01,35 ora locale della scorsa notte. Il primo a riferire del raid era stato il governatore di Saratov Roman Busargin sul suo canale Telegram. La base, che ospita uno stormo di bombardieri strategici, era stata già presa di mira lo scorso 5 dicembre.
L’azione è stata di fatto rivendicata da Kiev. “E’ una conseguenza di quello che ha fatto la Russia”, ha detto Yurii Inhat, un portavoce delle Forze Aeree ucraine. “Se i russi pensavano che la guerra non avrebbe toccato nessuno nelle retrovie della Russia si sbagliavano di grosso. Quindi, come potete vedere, queste cose succedono sempre più spesso e speriamo che questo sia solo a beneficio dell’Ucraina”, ha proseguito Inhat.
I servizi di sicurezza della Russia hanno reso noto che un “gruppo di sabotaggio” composto da quattro ucraini è stato “liquidato” mentre cercava di penetrare nella regione di Bryansk. Lo riporta l’agenzia Ria Novosti, specificando che il tentativo è stato sventato lo scorso 25 dicembre. I quattro sabotatori avevano armi di provenienza straniera e quattro ordigni improvvisati.
Volodymyr Zelensky ha discusso con il premier indiano Narenda Modi del suo piano di pace. Lo ha reso noto lo stesso presidente ucraino su Twitter, precisando di aver parlato con Modi per “fargli gli auguri di successo per la presidenza del G20”. “E’ stata su questa piattaforma che ho annunciato la formula per la pace ed ora io conto sulla partecipazione dell’India per la sua applicazione”, ha aggiunto Zelensky.
Colloquio imminente anche tra Vladimir Putin e Xi Jinping. Lo ha reso noto ieri il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, senza fornire per il momento altri dettagli. La testata economica Vedomosti aveva già anticipato che il presidente russo e quello cinese si sarebbero parlati entro la fine di dicembre. Xi la scorsa settimana ha incontrato a Pechino l’ex presidente russo Dmitry Medvedev, ora vice presidente del Consiglio di Sicurezza russo.
“L’Ucraina si appella agli stati membri dell’Onu affinché privino la Russia del suo status di membro permanente del Consiglio di Sicurezza dell’Onu e che l’escludano dalle Nazioni Unite nel suo insieme”. E’ quanto si legge in una dichiarazione diffusa dal ministero degli Esteri ucraino. Il contenuto della nota era stato anticipato dal ministro Dmytro Kuleba in un intervento televisivo durante la notte di Natale: “Noi esprimeremo ufficialmente la nostra posizione. Abbiamo una domanda molto semplice: la Russia ha il diritto di rimanere membro permanente del Consiglio di Sicurezza dell’Onu ed essere all’interno delle Nazioni Unite?”, aveva detto Kuleba. Poi aveva aggiunto: “Noi abbiamo una risposta convincente e ragionata: no, non ha più questo diritto”. Il presidente della Duma di Stato russa Vyacheslav Volodin ha fatto sapere di ritenere giusta l’introduzione di tasse più elevate per i cittadini russi che hanno lasciato la Federazione. “È giusto cancellare le agevolazioni per coloro che hanno lasciato la Federazione Russa e introdurre un’aliquota fiscale più alta per loro”, ha scritto Volodin su Telegram, rivelando che sono in corso lavori “per cambiamenti rilevanti nella legislazione”, perché “la stragrande maggioranza della società non sostiene il loro atto credendo di aver tradito il proprio paese, parenti e amici”. Sergei Lavrov prevede un ridimensionamento dell’influenza occidentale. “Nel prossimo futuro assisteremo a una riduzione delle opportunità dell’Occidente, a una gravissima riduzione delle opportunità di guidare l’economia mondiale come vuole, e che lo voglia o no, dovremo negoziare”, ha affermato il ministro degli Esteri russo in un incontro di lavoro con i vertici dei media nazionali. Il capo della diplomazia non teme contraccolpi: “Abbiamo con chi sviluppare la cooperazione nell’economia, nel sociale, nella cultura, nello sport, alla fine. Punteremo su chi non ci ha mai deluso e con chi a volte abbiamo raggiunto compromessi molto difficili. Ma quando sono stati raggiunti nessuno ha mai ingannato nessuno. Con l’Occidente, è esattamente l’opposto”.


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