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Non solo Tucker. Scricchiola la propaganda pro Zelensky

Tucker Carlson e Bloomberg rovinano la narrazione pro Kiev cara a Biden e alla folta schiera dei corifei in estasi per le irrefrenabili pulsioni belliciste di tromboni e trombette della Nato. Chi sperava in un flop dell’ex anchorman di Fox, è stato costretto ad acquistare un gigantesco pallottoliere per tenere i conti di quasi 100 milioni di visualizzazioni, 200 mila retweet e più di 700 mila like raggiunti dal primo episodio su Twitter del suo nuovo talk show. Con un monologo di una decina di minuti, l’ex conduttore ha demolito le “ragioni” alla base del sostegno dell’establishment Usa all’Ucraina e il muro della censura ai danni della controinformazione. Carlson ha fortemente criticato le ricostruzioni unilaterali dell’esplosione della diga di Kakhovka fatte dai media a stelle e strisce. Il serbatoio dell’opera, ha evidenziato il famoso giornalista, ragionando secondo logica, “fornisce acqua alla Crimea, che negli ultimi 240 anni è stata la sede della flotta russa del Mar Nero. Far saltare la diga può essere un male per l’Ucraina, ma fa più male alla Russia. E proprio per questo motivo il governo ucraino ha pensato di distruggerla”.

“Quindi, se questo è stato intenzionale, non è stata una tattica militare. È stato un atto di terrorismo. La domanda è: chi è stato? Beh, vediamo, la diga di Kakhovka era effettivamente russa, è stata costruita dal governo russo. Attualmente si trova in territorio controllato dalla Russia”, ha osservato ancora.
Stilettate preparatorie, prima del terrificante affondo finale: “Una persona onesta concluderebbe che probabilmente sono stati gli ucraini a farlo esplodere, proprio come si potrebbe supporre che abbiano fatto esplodere il gasdotto russo Nord Stream lo scorso autunno”.

Molto rumore sta facendo anche un pezzo firmato da Marc Champion sulla rivista Bloomberg, mentre il Pentagono è pronto a concedere un altro pacchetto di aiuti militari a Zelensky del valore di due miliardi di dollari. Le immagini degli M2A2 Bradley e dei Leopard 2A6 ridotti ad ammasso di lamiere e acciaio dal fuoco russo, stanno facendo il giro del mondo. L’articolista ammette preoccupato che le perdite sono state sicuramente molto alte, anche in termini di mezzi, la sola cosa che interessa ai signori della guerra d’oltreoceano.
Il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha rivendicato “risultati” per le sue forze nei “pesanti combattimenti” in corso nella regione di Donetsk e nell’est del Paese. Nella regione di Zaporizhzhia regge ancora la difesa russa e lo sfondamento in direzione sud, verso la cittadina di Orikhiv, per spaccare l’assembramento nemico in due gruppi distaccati, non è riuscito. Un portavoce dell’unità militare russa di Vostok ha riferito che 13 carri armati ucraini sono stati distrutti negli scontri di Zaporizhzhia e 8 a Donetsk. Gli ucraini hanno smentito la notizia senza rilasciare ulteriori commenti.

Sul conflitto in corso ha detto la sua anche l’attivista per l’ambiente “tuttologa” Greta Thunberg, accusando la Russia di “ecocidio” per l’attacco alla diga di Kakhovka nella provincia di Kherson. “Questo ecocidio è un’altra atrocità che lascia il mondo senza parole. I nostri occhi sono ancora una volta puntati sulla Russia, che deve essere ritenuta responsabile dei suoi crimini”, ha scritto Thunberg su Twitter, emettendo una delle sue solite sentenze di condanna senza approfondire le questioni.
Una “zona di possibile accordo” potrebbe esistere, “se Mosca abbandona gli obiettivi dichiarati nell’operazione militare speciale”. Lo ha dichiarato il ministro della Difesa ucraino Oleksiy Reznikov al forum “Dialoghi sulla restaurazione dell’Ucraina” che si è svolto nella capitale dell’Ucraina.
La Russia inizierà a dispiegare armi nucleari in Bielorussia il 7 e 8 luglio prossimi. Ad annunciarlo è stato il presidente russo Vladimir Putin all’omologo bielorusso Alexander Lukashenko nel corso di un incontro a Sochi. “Quindi tutto è secondo i piani, tutto è stabile”, ha affermato Putin secondo quanto riporta il Cremlino.

Tucker Carlson e Bloomberg rovinano la narrazione pro Kiev cara a Biden e alla folta schiera dei corifei in estasi per le irrefrenabili pulsioni belliciste di tromboni e trombette della Nato. Chi sperava in un flop dell’ex anchorman di Fox, è stato costretto ad acquistare un gigantesco pallottoliere per tenere i conti di quasi 100 milioni di visualizzazioni, 200 mila retweet e più di 700 mila like raggiunti dal primo episodio su Twitter del suo nuovo talk show. Con un monologo di una decina di minuti, l’ex conduttore ha demolito le “ragioni” alla base del sostegno dell’establishment Usa all’Ucraina e il muro della censura ai danni della controinformazione. Carlson ha fortemente criticato le ricostruzioni unilaterali dell’esplosione della diga di Kakhovka fatte dai media a stelle e strisce. Il serbatoio dell’opera, ha evidenziato il famoso giornalista, ragionando secondo logica, “fornisce acqua alla Crimea, che negli ultimi 240 anni è stata la sede della flotta russa del Mar Nero. Far saltare la diga può essere un male per l’Ucraina, ma fa più male alla Russia. E proprio per questo motivo il governo ucraino ha pensato di distruggerla”.

“Quindi, se questo è stato intenzionale, non è stata una tattica militare. È stato un atto di terrorismo. La domanda è: chi è stato? Beh, vediamo, la diga di Kakhovka era effettivamente russa, è stata costruita dal governo russo. Attualmente si trova in territorio controllato dalla Russia”, ha osservato ancora.
Stilettate preparatorie, prima del terrificante affondo finale: “Una persona onesta concluderebbe che probabilmente sono stati gli ucraini a farlo esplodere, proprio come si potrebbe supporre che abbiano fatto esplodere il gasdotto russo Nord Stream lo scorso autunno”.

Molto rumore sta facendo anche un pezzo firmato da Marc Champion sulla rivista Bloomberg, mentre il Pentagono è pronto a concedere un altro pacchetto di aiuti militari a Zelensky del valore di due miliardi di dollari. Le immagini degli M2A2 Bradley e dei Leopard 2A6 ridotti ad ammasso di lamiere e acciaio dal fuoco russo, stanno facendo il giro del mondo. L’articolista ammette preoccupato che le perdite sono state sicuramente molto alte, anche in termini di mezzi, la sola cosa che interessa ai signori della guerra d’oltreoceano.
Il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha rivendicato “risultati” per le sue forze nei “pesanti combattimenti” in corso nella regione di Donetsk e nell’est del Paese. Nella regione di Zaporizhzhia regge ancora la difesa russa e lo sfondamento in direzione sud, verso la cittadina di Orikhiv, per spaccare l’assembramento nemico in due gruppi distaccati, non è riuscito. Un portavoce dell’unità militare russa di Vostok ha riferito che 13 carri armati ucraini sono stati distrutti negli scontri di Zaporizhzhia e 8 a Donetsk. Gli ucraini hanno smentito la notizia senza rilasciare ulteriori commenti.

Sul conflitto in corso ha detto la sua anche l’attivista per l’ambiente “tuttologa” Greta Thunberg, accusando la Russia di “ecocidio” per l’attacco alla diga di Kakhovka nella provincia di Kherson. “Questo ecocidio è un’altra atrocità che lascia il mondo senza parole. I nostri occhi sono ancora una volta puntati sulla Russia, che deve essere ritenuta responsabile dei suoi crimini”, ha scritto Thunberg su Twitter, emettendo una delle sue solite sentenze di condanna senza approfondire le questioni.
Una “zona di possibile accordo” potrebbe esistere, “se Mosca abbandona gli obiettivi dichiarati nell’operazione militare speciale”. Lo ha dichiarato il ministro della Difesa ucraino Oleksiy Reznikov al forum “Dialoghi sulla restaurazione dell’Ucraina” che si è svolto nella capitale dell’Ucraina.
La Russia inizierà a dispiegare armi nucleari in Bielorussia il 7 e 8 luglio prossimi. Ad annunciarlo è stato il presidente russo Vladimir Putin all’omologo bielorusso Alexander Lukashenko nel corso di un incontro a Sochi. “Quindi tutto è secondo i piani, tutto è stabile”, ha affermato Putin secondo quanto riporta il Cremlino.

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