Economia

“Non toccate casa e auto” Europei verdi di rabbia

di Giovanni Vasso -

PAOLO GENTILONI COMMISSARIO EUROPEO


Verdi di rabbia. Le decisioni Ue su casa e auto green potrebbero innescare una nuova spirale anti-europeista. Parole e musica del commissario Ue all’economia Paolo Gentiloni. In fondo, Gentiloni non fa altro che fotografare una realtà riscontrabile da chiunque. Non c’è bisogno di compulsare manuali di politologia: basta aprire i social per rendersene conto. Ai cittadini europei, le scelte comunitarie non piacciono. Ma non per chissà quali ragioni ideologiche. Per un motivo fondamentale: perché temono di dover pagare, di tasca loro, una svolta decisa a livello centrale. Per avere meno. Intanto l’Italia, con Polonia e Bulgaria, e la Germania, hanno già stoppato il regolamento per lo stop alla vendita di auto a motore termico dal 2035.

AUTO ELETTRICA è UN FLOP

L’auto elettrica è contestatissima. Per tutta una serie di ragioni. La prima e più banale: i modelli Bev, cioè a batteria, costano molto di più rispetto all’endotermico. Lo ha ammesso l’amministratore delegato di Stellantis, Carlo Tavares, che non è esattamente un pasdaran dei motori tradizionali: “Senza incentivi, le auto elettriche sono ancora troppo costose per la classe media”. Tesla, nelle scorse settimane, ha avviato una politica di tagli al prezzo finale. Ma quello di Elon Musk non è certo il brand che elettrizzerà la motorizzazione di massa, dal momento che contende i segmenti medio alti di mercato con i colossi Audi e Mercedes. Tavares ha ricordato inoltre che in Germania, persino in Germania, il mercato s’è depresso non appena sono finiti gli incentivi. Per ovviare al problema dei costi, alcune case si sono “inventate” formule come l’abbonamento mensile condiviso con altri e il car sharing. Ma non sembrano, per ora, aver convinto il grande pubblico. Che la macchina la vuole in garage, a disposizione sempre, e non vuole fare a turno con qualcuno, magari sconosciuto, per poterla utilizzare come fosse una casa al mare in multiproprietà. Le scelte Ue, inoltre, tagliano fuori i motori termici tout court, mandando all’aria anche le ricerche e le sperimentazioni sui carburanti bio. Che hanno avuto ottimi risultati e garantirebbero prezzi delle auto nella media.

LA PROVINCIA TAGLIATA FUORI

Ma l’auto elettrica porta con sé altre tematiche legate alle infrastrutture. Le colonnine di ricarica sono poche, in provincia (dove l’auto serve davvero e molto di più che nelle metropoli dove i servizi ci sono…) praticamente assenti. I costi, con l’aumento del prezzo dell’energia, sono importanti. Una recente comparazione su strada pubblicata da Il Sole 24 Ore riferisce che, a percorrere lo stesso tragitto (in questo caso Milano-Napoli), con una vettura elettrica ci vogliono due ore in più spendendo di più (110 euro contro 76) rispetto a un’automobile a motore endotermico. Una mazzata. Che fa il paio con il contraccolpo occupazionale. Ci sono migliaia di operai, impiegati nell’automotive e nel suo indotto, che rischiano di trovarsi senza un lavoro.

LA CASA NON SI TOCCA

Discorso simile riguarda la casa. Che per gli italiani, a differenza degli Europei del Nord, rappresenta un bene fondamentale, irrinunciabile. Ogni politica che la tocchi è interpretata come un attacco a quanto c’è di più importante, da difendere fino alla fine. Non è un caso se un comunicatore politico geniale, come Silvio Berlusconi, ha legato le sue campagne elettorali alla detassazione e alla “difesa” della prima casa. E lo ha fatto tanti anni fa, in tempi “non sospetti”. Ma l’evoluzione politica dei casi di casa nostra peserà. Dopo il supercaos legato al Superbonus, che Gentiloni ha riferito di aver apprezzato come misura che ha consentito di “far saltare un paio di classi energetiche” a milioni di immobili, la diffidenza è cresciuta. L’ipotesi di collegare alla direttiva Casa Green sanzioni finalizzate a svalutare il valore degli immobili non sottoposti ai lavori di efficientamento ha sollevato un vespaio di polemiche. E si scontra con un problema: senza Superbonus, senza altri incentivi, chi si può permettere di pagare di tasca sua interventi edilizi costosi? Ci sarà la corsa a svendere unità immobiliari. Con tutti i rischi del caso.

LA SFIDA DELLA “DESIDERABILITA’”

Trovare una soluzione, dunque, non è solo un problema politico. Ma economico e strategico. La neo segretaria del Pd, Elly Schlein, parla da tempo – citando Alex Langer – della necessità di rendere “desiderabile” socialmente la transizione ecologica. Che, altrimenti, non avverrà mai. Se l’Ue vuole davvero fare il cambio di passo, dovrà sforzarsi un po’ di più. Dovrà comunicare e rendere partecipi i cittadini dei benefici delle scelte, non solo dei doveri che si avrebbero rispetto a gassosi richiami al “pianeta”. E non dividere, ancora una volta, l’Europa tra buoni e cattivi, tra europeisti e nazionalisti, tra i democratici e “gli altri”.

Torna alle notizie in home