Editoriale

Non tutti i Trump vengono per nuocere

di Adolfo Spezzaferro -


Chi oggi si straccia le vesti e punta il dito contro i cattivoni di turno evocando lo spettro della crisi economica globale, della fine del mondo occidentale, della tomba della democrazia e compagnia cantante, è lo stesso che per lustri ha sguazzato nella globalizzazione. Le anime belle della sinistra, i liberal, i radical chic – una pletora di globalisti che si sono riempiti la bocca della bellezza dell’abbattimento delle barriere socioculturali e della cancellazione dei confini – che volevano tanto il mondialismo oggi giustamente vedono in Donald Trump e chiunque come lui difenda gli interessi nazionali i nemici da combattere. Per non parlare di Musk, che con le sue odiate Tesla – ribattezzate “swasticar” – va in giro a fare saluti nazisti e a mettere bocca su tutto e tutti solo perché è l’uomo più ricco del mondo. Lo stesso Musk che prima di diventare trumpiano era un genio che si drogava pure – una specie di super eroe per nerd e fattoni. Ebbene, vorremmo dire a questi signori che quel mondo senza barriere che a loro piace tanto non esiste più. Trump ha cancellato la globalizzazione, ha dovuto farlo. Il presidente Usa ha vinto le elezioni promettendo di ricostruire l’economia Usa e ora sta rispettando i suoi impegni presi con chi l’ha votato. Anche perché quel mondo senza confini, dominato dalle multinazionali che rispettano ogni credenza religiosa, ogni uso e costume, purché si compri la loro roba globalizzata, non piaceva a tutti. Soprattutto a chi perdeva il lavoro per la delocalizzazione, a chi veniva schiacciato dalla concorrenza sleale. Oggi dopo lustri di impoverimento generale di chi abita in Occidente – con i nostri ragazzi che sono andati all’estero perché da noi non c’è crescita e tutto ristagna – questo signore col ciuffone ha sparigliato. Perché gli Usa devono produrre di più e importare di meno. Perché senza dazi la Cina, che ha invaso il mondo dei suoi prodotti a bassissimo costo, non la fermi. Ecco, in questo mondo così reale, dove i confini a guardare bene ci proteggono, non ci limitano, dovremmo provare ad apprezzare le diverse identità – la nostra forza economica e commerciale sta nel fatto che siamo diversi dagli Usa, per esempio – invece di voler essere tutti uguali (e sempre più poveri).


Torna alle notizie in home