I nudisti della Catalogna contro i turisti in costume: “Una mancanza di rispetto”
La Federazione naturista-nudista della Catalogna ha lanciato una campagna per combattere le discriminazioni e i sempre più numerosi turisti in costume da bagno che scelgono le spiagge nudiste della Costa Brava. “Prima, le persone che arrivavano su una spiaggia nudista o se ne andavano o si spogliavano”, ha detto Rovira, che guida la Federazione. “Ora restano e tengono il costume da bagno. Ma quello di cui non si rendono conto è che se sono tanti finiscono per metterci a disagio. È una mancanza di rispetto”.
La campagna è volta a proteggere la tradizione decennale associata a circa 50 spiagge della regione: “In Spagna puoi praticare il nudismo su qualsiasi spiaggia”, ha detto Rovira. “Ma per non disturbare le persone, preferiamo andare in spiagge tradizionalmente nudiste, dove la maggior parte delle persone è nuda. Vogliamo che chi non si spogli ci rispetti allo stesso modo”. Recentemente l’associazione ha inviato una lettera al governo catalano per affrontare “la discriminazione che subiscono i nudisti sulle spiagge della Catalogna”. Il collettivo ha già iniziato a vagliare potenziali richieste, dalla segnaletica rinforzata per le spiagge per nudisti, a una campagna di sensibilizzazione pubblica che potrebbe aiutare a promuovere il rispetto per il naturismo. Non hanno però ricevuto ancora alcuna risposta.
Dietro quella che i media locali hanno soprannominato “l’invasione tessile”, c’è il boom del turismo e dei social media. Con un numero sempre crescente di blog e guide di viaggio a condurre i vacanzieri fuori dai sentieri battuti, vengono consigliate le spiagge più incontaminate e nascoste della regione, spesso senza riferimenti ai loro legami di lunga data con il nudismo. “Molti nudisti hanno smesso di frequentare le spiagge; altri hanno scelto di rimanere vestiti, dissuasi dalla folla di visitatori armati di smartphone desiderosi di condividere lo splendido sfondo con i loro follower online. Alcuni hanno perseverato, per poi ritrovarsi vittime di risatine, sguardi prolungati e, a volte, commenti denigratori. Purtroppo le donne di solito sono più fissate o molestate”, ha detto Rovira. “Quindi vengono discriminate due volte; per essere nudiste e per essere donne”.
La speranza è che la campagna contribuisca a garantire spazi sicuri per i naturisti così da mantenere viva la tradizione. In un recente video pubblicato dall’associazione, si vedono due turisti imbattersi in una spiaggia per nudisti e passare presto dall’imbarazzo alla voglia di provare questa esperienza. “Lo facciamo per la sensazione di libertà”, ha concluso Rovira. “Non c’è paragone tra nuotare nudi e in costume da bagno. Sei più libero, calmo e rilassato”.
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