Esteri

Nuova legge in Giappone: stretta sui rifugiati e sull’immigrazione

di Martina Melli -


Il Parlamento giapponese ha approvato ieri un controverso disegno di legge sulla riforma dell’immigrazione. La legislazione modificherà la legge attualmente vigente per consentire alle autorità di espellere le persone che richiedono ripetutamente lo status di rifugiato. Una mossa che, secondo gli oppositori, potrebbe rimpatriare nei paesi d’origine persone a rischio persecuzione.

Il disegno di legge creerà le condizioni per accettare i cosiddetti “quasi rifugiati” in fuga da conflitti come la guerra in Ucraina. Il Giappone, infatti, al momento riconosce come rifugiati solo coloro che subiscono violenze e maltrattamenti per “razza, religione, nazionalità, appartenenza a un particolare gruppo sociale o opinione politica”. Le persone che fuggono dai conflitti, dunque, vengono spesso squalificate.

Lo scorso anno, l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha messo in luce alcune delle carenze dell’attuale sistema. Il Giappone ha accettato circa 2.400 persone, per lo più ucraini, come “sfollati”, concedendo loro lo status di residenti temporanei.
Altra modifica, la più controversa: il ddl consentirà alle autorità di espellere le persone che richiedono lo status di rifugiato tre o più volte. Il numero di richiedenti asilo è aumentato negli ultimi anni, e le autorità sostengono che alcuni di questi stiano abusando della legge per evitare l’espulsione e rimanere nel Paese illegalmente.

Il Giappone ha criteri rigorosi per la concessione dello status di rifugiato: nel 2022 ha riconosciuto 202 persone come rifugiati, un record, ma ancora solo il 5% delle 3.700 domande pervenute. Negli Stati Uniti e in Europa, infatti, ogni anno viene concesso
asilo a decine di migliaia di persone. Secondo l’Associazione giapponese per i rifugiati, il sistema di asilo nazionale dichiara non idonee persone che sarebbero considerate tali altrove. Ad esempio, ai curdi turchi viene concesso lo status di rifugiato in molti paesi; ad oggi, in Giappone, su 2.000 richieste di curdi dalla Turchia, una sola è risultata idonea.

Sono diversi mesi che il disegno di legge scatena proteste. Ad aprile, alcuni esperti del Consiglio per i diritti umani (un organismo intergovernativo all’interno del sistema delle Nazioni Unite) hanno inviato una lettera al governo giapponese affermando che le disposizioni proposte “non soddisfano gli standard internazionali sui diritti umani”, e sollecitando Tokyo a “rivedere a fondo” il disegno di legge di modifica. Sottoporre i richiedenti asilo all’espulsione, anche condizionale, “mina il diritto internazionale
sui diritti umani e il principio di non respingimento”, che vieta a un Paese che accoglie i richiedenti asilo di riportarli in un luogo in cui sarebbero a rischio di tortura o maltrattamenti. Martedì, il Partito Democratico Costituzionale all’opposizione,

ha presentato una mozione di censura contro il ministro della giustizia nel tentativo di ritardare l’approvazione del disegno di legge. Addirittura, giovedì, quando i legislatori hanno cercato di impedire fisicamente che il disegno di legge passasse in commissione, ilparlamento ha assistito a una colluttazione.


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