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Nuova Zelanda, durante il giuramento Maori è stato insultato Re Carlo?

di Martina Melli -


Durante l’inaugurazione del 54esimo Parlamento neozelandese, Ferris, Waititi e Ngarewa-Packer, tre parlamentari di Te Pati Maori – il partito politico da tempo contrario alla corona inglese – hanno giurato fedeltà a Re Carlo III, scambiando il “Kīngi Tiāre”, il classico riferimento ufficiale al re in Māori con “Kīngi harehare”.

La vicenda ha innescato un dibattito sul fatto se la parola Maori usata per descriverlo significasse “Carlo” o “eruzione cutanea” o “lepre”. Il dizionario Maori infatti si riferisce a “Tiāre” come “Charles” e “harehare” come “eruzione cutanea” e “piaga” tra le altre condizioni della pelle, nonché qualcosa di “offensivo” o “sgradevole”. Il co-leader Rawiri Waititi ha detto poi che “lepre” è una parola che può significare Charles in alcune zone della Nuova Zelanda per chi parla Maori, aggiungendo che ha uno zio chiamato Charles e si riferisce a lui come “lepre”.

Il primo deputato neozelandese Shane Jones ha dichiarato: “Stanno cercando di prendere in giro la traslitterazione ‘hare’, che se detta come ‘harehare’ è una specie di traslitterazione di Charlie, ma significa anche qualcosa di discutibile”. Jack Potaka, un esperto di lingua Maori della Te Tari Consultants, ha confermato che “lepre” può avere significati diversi in diverse regioni, tra cui “eruzione cutanea” e “Charles o Charlie”, ma ha avvertito che il significato inteso può essere confermato solo da chi parla.

“Questa diversità linguistica sottolinea il potenziale per varie interpretazioni influenzate dalle sfumature regionali”, ha detto Potaka. Il giuramento pronunciato da deve ancora essere contestato dall’impiegato della casa. La giornata è iniziata con migliaia di persone che sono scese in strada in Paesi e città di tutta la Nuova Zelanda per protestare contro le politiche del nuovo governo che, secondo i Māori, sveleranno decenni di progresso indigeno.

Vista la varietà delle sfumature che le parole maori acquistano nelle diverse regioni forse non si riuscirà mai a venire a capo della questione. Potrebbe effettivamente essersi trattato dell’ennesima provocazione visto che il partito maori aveva già infranto il protocollo giurando fedeltà ai propri nipoti prima che al re.


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