L'identità: Storie, volti e voci al femminile



Politica

Occhiuto vince e si prende tutto: Sud, Fi e centrodestra

La Calabria diventa il trampolino del governatore e la tomba del campo largo

di Giovanni Vasso -


Il dibattito politico si nutre di frasi fatte, di parole d’ordine, di titoli preconfezionati; eccolo: la mossa del cavallo, quella di Roberto Occhiuto, che ci è riuscito sul serio a trasformare una situazione di pericolo in una vittoria totale. Altro che Kennedy, il Sun Tzu di Calabria ha dato una dimostrazione di strategia e tattica che avrà delle conseguenze politiche impensabili dopo quella sera di giugno, quando il governatore della Regione fu raggiunto da un avviso di garanzia. Anziché lasciarsi logorare e apparire imbullonato alla poltrona, Roberto Occhiuto ha rassegnato le dimissioni e si è ripresentato all’elettorato. Eccola la mossa del cavallo. Non avventata, ben studiata. “I guerrieri vittoriosi prima vincono e poi vanno in guerra, gli sconfitti prima vanno in guerra e poi cercano di vincere”, scriveva l’originale Sun Tzu. Non c’è stata storia. Fin dall’inizio. Altrimenti Pasquale Tridico non sarebbe stato costretto a far la figura del Cetto Laqualunque (e ci sono caterve di meme sui social a riguardo) lanciandosi in un dedalo improponibile di promesse impossibili. Occhiuto ha osato, fino a un certo punto, sicuro evidentemente di poter vincere la battaglia. E ha colto un trionfo, su più livelli. Il primo, personale: la rivincita e la soddisfazione di essersela presa proprio al cospetto di un candidato dei giustizialisti M5s. Il secondo, politico: Occhiuto può finalmente ascendere a leader riconosciuto del centrodestra in tutto il Sud. E, magari, anche iniziare a studiare da leader nazionale. È grazie al suo vicesegretario, se Forza Italia ha colto una vittoria assoluta e se Antonio Tajani, adesso, può andare da Giorgia Meloni e Matteo Salvini a dimostrare che Fi c’è, raccoglie consensi e non è la terza gamba di nessuno. La punta dello Stivale, azzurra, diventa l’assicurazione sulla vita di Forza Italia e se beneficiario ne è Tajani, garante ne è, appunto, Occhiuto. Se ne faccia una ragione Fratelli d’Italia. Dicono quelli che la sanno lunga che, dalle parti di via della Scrofa, ci sarebbe un certo malumore. Perché, si sussurra, Roberto Occhiuto, pur non essendo granché amico di Salvini, avrebbe favorito elettoralmente la Lega anziché “spingere” su Fdi. Nient’altro che un ulteriore riconoscimento della forza elettorale e politica di Occhiuto che ha chiuso, a favore di Fi, il primo set della partita del Sud.
La Calabria però rappresenta pure la tomba del campo largo. La sconfitta è totale, una disfatta che entrerà nei libri di storia semmai qualcuno si prenderà la briga di scriverla. Il Pd ha perso un consigliere regionale (da 5 a 4) idem il M5s (da 2 a 1) che, peraltro, aveva il candidato governatore e non s’è schiodato dal 6%. E tutto questo senza più nemmeno la foglia di Fico, pardon di De Magistris che, nel 2021, tentò al contrario l’impresa sanfedista e da Napoli provò la discesa in Calabria convincendo il 16% degli elettori. Ecco, oggi il terzo, Francesco Toscano (Dsp), non è andato oltre l’1%. Il fatto è semplice: doveva essere il voto della “restanza”, a sinistra. Ecco, la “restanza” ha risposto. Nel senso che i calabresi di centrosinistra, vieppiù quelli “emigrati” al Nord, hanno preferito restare a casa piuttosto che spendere una barca di soldi per scendere a votare chi non aveva trovato neanche il tempo di spostarsi la residenza giù in Calabria. E la cui candidatura, perché padre del Reddito, s’è mostrata sbagliata: ridurre il Sud, e la Calabria in questo caso, alla questione dei sussidi è stato un errore pari, se non peggiore, a quello di ritenere che con Gaza si facessero i voti nelle Marche.


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