Esteri

Offensiva fantasma

di Ernesto Ferrante -


L’annunciata controffensiva ucraina è come la primavera cantata da Battiato nella sua celebre “Povera patria”: tarda ad arrivare. Al momento le forze di Kiev sono riuscite a condurre con successo solo limitati contrattacchi a nord del villaggio di Khromovye (a ovest di Bakhmut) e a nord-ovest di Bila Hora. Serve altro tempo per preparare la tanto attesa azione d’attacco contro la Russia. Lo ha dichiarato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky alla Bbc, sottolineando che servono gli aiuti militari promessi dall’Occidente perché, senza quelli, “perderemmo tanti uomini”. Con quello che è attualmente disponibile, ha proseguito il leader ucraino, “potremmo andare avanti e avremmo successo”. Allo stesso tempo, però, “perderemmo molti uomini. Penso che questo sia inaccettabile”. Ed è “per questo che dobbiamo aspettare. Abbiamo bisogno ancora di un po’ di tempo”. I gruppi di combattimento, alcuni dei quali addestrati dalla Nato, secondo Zelensky sono “pronti”, ma c’è bisogno di “alcune cose” come ad esempio i veicoli blindati che “arrivano in lotti”.
Il capo della Wagner, Yevgeny Prigozhin, sostiene invece che sia già iniziata e accusa l’ex comico di mentire a riguardo.
Difficoltà anche sull’altro fronte. L’operazione speciale russa è “molto difficile” ma andrà avanti. Ad ammetterlo è stato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov in un’intervista alla tv bosniaca, citata dalla Tass: “L’operazione militare speciale continua. Questa è un’operazione molto difficile e, naturalmente, alcuni obiettivi sono stati raggiunti in un anno”. Peskov ha rivendicato che le forze russe “sono riuscite a colpire un bel po’ la macchina militare ucraina, e questo lavoro continuerà”.
Tra ucraini e russi è scontro anche sull’attacco al Cremlino con i droni. Zelensky è sicuro che sia stato organizzato dalla stessa Russia. Un’operazione sotto falsa bandiera per avere una “scusa” ulteriore per attaccare il suo Paese.
“Cercano costantemente qualcosa che suoni come una giustificazione, dicendo: ‘Tu ci hai fatto questo, quindi noi facciamo quest’altro a te’ – ha aggiunto Zelensky – Ma non ha funzionato. Anche per i russi stessi era tutto poco credibile. Perfino i loro stessi propagandisti non ci hanno creduto. Perché l’attacco sembrava molto, molto artificiale”.
Mosca considera l’operazione un atto oltraggioso che mette l’Ucraina alla pari con gli stati sponsor del terrorismo. E’ stato l’onnipresente Peskov ad affermarlo davanti alle telecamere del canale serbo ATV.
“In effetti, lo possiamo interpretare come un tentativo di compiere un atto di terrorismo contro il presidente russo – ha spiegato Peskov – Si tratta di un’attività terroristica del Paese assolutamente oltraggiosa e inaccettabile. Riteniamo che in questo modo l’Ucraina si metta effettivamente alla pari con gli stati sponsor del terrorismo. Nemmeno de jure, ma de facto. Ovviamente, come abbiamo già detto, risponderemo quando e come lo riterremo lo riterremo opportuno”.
Del conflitto in corso ha parlato ancora una volta Donald Trump. “Io chiudo la guerra in 24 ore. Io voglio che tutti smettano di morire, stanno morendo russi ed ucraini, voglio che smettano di morire”, ha detto durante la town hall trasmessa la notte scorsa dalla Cnn dal New Hampshire, uno dei primi stati dove si voterà il prossimo anno per le primarie.


Torna alle notizie in home