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Oltre le barriere: sport come inclusione, dignità e cambiamento sociale

di Laura Tecce -


Lo sport è uno strumento straordinario di crescita personale, di aggregazione e superamento dei limiti. E assume un valore e una dimensione ancora più potente quando si parla di inclusione delle persone con disabilità, fisiche o intellettive, che trovano nello sport non solo un’attività ricreativa ma anche un mezzo per migliorare la qualità della vita, stimolare la riabilitazione, rafforzare l’autostima e abbattere le barriere culturali. Le federazioni sportive paralimpiche, le associazioni locali e i progetti scolastici di integrazione sportiva svolgono un ruolo fondamentale nell’incentivare la partecipazione e promuovere una cultura dell’inclusione. Negli ultimi anni il concetto stesso di sport per persone con disabilità si è evoluto, passando da un approccio prettamente terapeutico a una visione agonistica, competitiva e professionale: basti pensare alle conquiste nel mondo dello sport paralimpico, come l’inclusione degli atleti paralimpici nei Gruppi sportivi militari e nei Corpi dello Stato e al fatto che per la prima volta nella storia, in occasione dei Giochi di Parigi, le Paralimpiadi sono state interamente trasmesse un canale tv generalista, Rai Due. Come evidenziato dal presidente del Comitato Italiano Paralimpico Luca Pancalli si è trattato “di un ulteriore tassello in quel faticoso puzzle” costruito pezzo dopo pezzo, un riconoscimento di un percorso di dignità sportiva che “ha contribuito a diffondere la cultura e l’immagine dello sport paralimpico a livello nazionale, ampliando la consapevolezza e l’attenzione verso le persone con disabilità”. Sfida raccolta anche dal comitato organizzatore di Milano-Cortina 2026, non solo un grande evento sportivo ma una straordinaria opportunità per costruire una società più accessibile, moderna e inclusiva, grazie anche alla modernizzazione e alla creazione ex novo di infrastrutture in grado di rispondere alle esigenze di atleti, pubblico e cittadini con disabilità e con il duplice obiettivo di garantire il successo della manifestazione e lasciare in eredità un patrimonio di infrastrutturale che migliori la vita quotidiana dei cittadini. In questo senso, i Giochi diventano un motore di cambiamento, accelerando processi di rinnovamento che altrimenti avrebbero richiesto anni. Una legacy, dunque, non solo in termini di medaglie e indotto economico ma anche tangibile sotto l’aspetto valoriale e sociale, legato alla consapevolezza che l’inclusione non è un’opzione: è una responsabilità condivisa, un impegno concreto verso un futuro migliore. Promuovere lo sport inclusivo significa cambiare la società, educare al rispetto delle differenze e valorizzare la diversità come fonte di arricchimento comune. Significa offrire a tutti, senza distinzione, l’opportunità di esprimersi, di confrontarsi e di sentirsi parte attiva di una comunità: il campo da gioco diventa un luogo simbolico dove la disabilità non è un limite, ma una delle tante sfaccettature dell’esperienza umana. Ed è proprio lì che si compie il vero miracolo dello sport: rendere visibile il valore di ogni persona, oltre ogni barriera.


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